Da tempo ormai è in atto una disputa sulla legittimità della presidenza dell’Istituto i cui locali nel frattempo sono chiusi da circa due anni perché ritenuti non sicuri
Com’è possibile arrivare a tutto questo? Com’è possibile ridurre così una Istituzione Culturale di prestigio e di alto valore?
Com’è possibile che accada questo intorno alla prestigiosa Biblioteca Calabrese di Soriano?
Da tempo ormai è in atto una disputa sulla legittimità della presidenza dell’Istituto: da un lato Pino Ceravolo, dall’altro Salvatore Inzillo; entrambi ritenendosi Presidente della Biblioteca Calabrese.
Inzillo ed il suo gruppo riconoscono Ceravolo presidente fino al 9 agosto 2024, data in cui è stato dichiarato decaduto dall’Assemblea. Ceravolo, dal canto suo, ha contestato formalmente la legittimità di quell’assemblea che egli ha definito un colpo di mano nel momento in cui al suo posto ha eletto Inzillo. Per cui, allo stato, la Biblioteca si trova nella singolare situazione di avere due presidenti, ognuno dei quali rivendica la legittimità.
Nelle more di una definizione della situazione, si procede tra scontri e ripicche, gli ultimi fatti di questi giorni ne sono eloquente, triste testimonianza.
Inzillo ha accusato Ceravolo di usurpazione di titolo perché, a suo dire, continuerebbe a presentarsi come presidente del sodalizio, arrivando a firmare documenti ufficiali con tale titolo annunciando anche la volontà di adire le vie legali a tutela dell’istituzione.
Di più. Salvatore Inzillo, ha denunciato pubblicamente e segnalato alle autorità competenti una condotta ritenuta gravissima da parte di Giuseppe Ceravolo sottolineando la pubblicazione di un post il 5 marzo scorso sulla pagina Facebook “Soriano Futura” che fa riferimento all’attuale compagine che guida il Comune di Soriano, in cui Ceravolo compare in una foto ufficiale accanto a figure istituzionali come l’assessore regionale alla Cultura, il sindaco di Soriano, il vicepresidente della Provincia di Vibo Valentia e la delegata alla cultura del Comune di Soriano, con l’indicazione di essere il presidente della Biblioteca Calabrese. Un particolare che lo ha ad affidare la questione a un legale, per adottare tutte le misure necessarie alla tutela dell’istituzione.

A questo punto, è toccato a Pino Ceravolo prendere nuovamente posizione specificando che: «Ne avrei fatto volentieri a meno, perché tutto ciò non giova certo all’immagine della Biblioteca che invece avremmo tutti il dovere di tutelare. Quando però si minacciano azioni legali è giocoforza tutelarsi».
Ceravolo indirizza una lettera ad Inzillo nella quale ribadisce di non riconoscere «alcuna legittimità alla sua nomina perché eletto da un direttivo nominato da una frazione di soci, in luogo diverso da quello indicato e comunque nullo perché scaturito da un’assemblea illegittimamente convocata da persona che, a norma di statuto, era priva di titolo e funzione», ovvero quella che è stata, forse sarebbe ancora, la direttrice Iannelli.


Ceravolo afferma di aver informato finora dell’illecita situazione solo le competenti autorità amministrative, senza cioè adire le vie legali: «Questo per rispetto alla Biblioteca, a quello che essa rappresenta e alle istituzioni di controllo. Sono regolarmente in carica ed intendo continuare ad esercitare il mio ruolo. Continuerò dunque a svolgere le mie funzioni di presidente e legale rappresentante, in attesa che si pronunci l’autorità da lei adita».


La lettera si conclude con un invito formale ad Inzillo ad evitare che la gloriosa Biblioteca «venga trascinata in polemiche dannose».
«Per quanto mi riguarda- scrive Pino Ceravolo – ho troppo rispetto dell’Istituto e di me stesso per consentirlo».
Al di là di ogni tipo di considerazione, rimane l’inquietante interrogativo iniziale: Com’è possibile ridurre così una Istituzione Culturale di prestigio e di alto valore?
Pino Ceravolo, dando prova di tenere soprattutto al buon nome della Biblioteca Calabrese, apre uno spiraglio confermando la volontà di non inasprire una situazione già caotica suggerendo che sia la Regione ad assumere l’iniziativa decidendo per il commissariamento: «Pur essendo il presidente legittimo – afferma Ceravolo – non ho nessun problema a farmi da parte, cosa che spero voglia fare anche il “presidente” abusivo Inzillo, se davvero ha a cuore, come dice, il bene della Biblioteca. Un commissariamento che ripristini rapidamente la legalità degli organismi, per poi arrivare ad una nuova elezione che, unita al superamento delle criticità antincendio, ne consenta finalmente la riapertura. A beneficio di tanti studiosi e di quanti, i sorianesi in primis, amano davvero la cultura».
P.S.= Tutto questo accade mentre da circa due anni i locali della Biblioteca Calabrese sono chiusi al pubblico a causa della mancata messa a norma dell’impianto antincendio. A tal proposito, Inzillo ricorda che questo adeguamento «spetta all’Amministrazione Comunale di Soriano, che è la proprietaria dell’immobile e responsabile degli interventi di sicurezza. L’inattività forzata della Biblioteca, un tempo punto di riferimento per la cultura nazionale e internazionale, sta penalizzando fortemente il patrimonio culturale del territorio».