Si è tenuta in questi giorni la Gran Loggia 2025 del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani. L’Assemblea ha deliberato l’immediata convocazione di nuove elezioni. L’intervento del Gran Maestro Aggiunto, Antonio Seminario
In un contesto segnato da incertezze e tensioni, la Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia ha rappresentato un passaggio decisivo verso la chiarezza e la compattezza. Le decisioni prese dall’Assemblea, infatti, segnano un momento di svolta nella storia recente del GOI, riaffermando l’importanza della coerenza con i valori fondanti della Comunione.
D’altronde, “Uniti nei valori. Coerenti nei doveri” è il titolo che è stato scelto per la più importante assise annuale del Grande Oriente d’Italia – Palazzo Giustiniani, che ha ufficialmente aperto i lavori venerdì 4 aprile al Palacongressi di Rimini. Un appuntamento centrale per la Massoneria italiana, che ha visto la partecipazione di Maestri Venerabili, Delegati delle Logge, Grandi Ufficiali, Ispettori, membri della Corte Centrale, Questori, Garanti di amicizia e rappresentanti delle circoscrizioni regionali.
In un anno attraversato da difficoltà e tensioni interne, il GOI ha scelto la via della coerenza e della trasparenza confermato dalle decisioni prese durante la Gran Loggia che rappresentano una risposta ferma e responsabile da parte dell’Assemblea, che ha preferito affrontare con serietà le questioni aperte anziché rinviare o minimizzare.

Importanti e forti le decisioni che sono state votate nel rispetto dei principi di trasparenza e correttezza, Infatti, l’Assemblea ha revocato il voto espresso nella consultazione del 3 marzo 2024. A seguito dell’annullamento, l’Assemblea ha deliberato l’immediata convocazione di nuove elezioni, in conformità agli articoli 108 e seguenti del Regolamento del GOI. Una scelta che testimonia la volontà di ripristinare serenità e certezza all’interno della Comunione, riaffermando i fondamenti democratici dell’Istituzione.
L’Assemblea, su richiesta delle Logge, ha anche approvato la revoca definitiva di ogni rapporto con il corpo rituale denominato Rito Scozzese Antico ed Accettato con sede a Roma in Piazza del Gesù 47, a seguito di modifiche statutarie e regolamentari ritenute incompatibili con i principi del Grande Oriente d’Italia. Una decisione chiara, che pone fine a un rapporto ormai ritenuto in contrasto con la linea dell’Obbedienza.
Con queste decisioni, il Grande Oriente d’Italia ha dimostrato di voler tutelare la propria identità e i propri valori fondanti, offrendo un segnale importante non solo ai Fratelli, ma a tutta la società civile dimostrando concretamente come nei momenti più complessi, si debba sempre scegliere la via del rigore e della correttezza, nell’interesse dell’intera Comunione.
A solennizzare i lavori, come da tradizione, non è mancato il saluto al Presidente della Repubblica e l’omaggio alla bandiera italiana ed europea, simboli dell’impegno civico e patriottico che contraddistingue da sempre l’azione del Grande Oriente d’Italia.
La volontà di tornare a lavorare nei Templi con unione e spirito di fratellanza è stato – significativamente – il tema dell’intervento del Gran Maestro Aggiunto Antonio Seminario.
Il Gran Maestro Aggiunto, senza giri di parole, nel suo intervento è entrato direttamente nel merito di alcune questioni di estrema attualità che, negli ultimi tempi, hanno distratto i fratelli del Grande Oriente d’Italia dai lavori di Loggia Seminario ha quindi ricordato che: “la Massoneria è un’organizzazione iniziatica costituita sotto forma associativa, i cui aderenti “intendono al perfezionamento e alla elevazione dell’Uomo e dell’Umana Famiglia”. Per essere ammessi occorre che siano di “costumi irreprensibili” e che “posseggano attitudini e volontà adeguate a comprendere il Significato e la Missione dell’Istituzione Massonica”. Anche il Grande Oriente d’Italia, come del resto qualunque altra associazione, ha delle proprie regole interne le quali, oltre a non essere in contrasto con le Leggi dello Stato, per certi aspetti richiedono una condotta più rigorosa rispetto a quanto comunemente richiesto. Per il Libero Muratore “costituisce colpa massonica l’inosservanza dei Principi della Massoneria” inclusi alcuni valori che le dovrebbero appartenere, come ad esempio la “fraternità”, la “tolleranza”, l’“onore”, la “dignità” e la “lealtà”. Inoltre, è colpa massonica “ogni comportamento, nell’ambito della vita profana, che tradisca gli ideali dell’Istituzione”. Se per la Giustizia Massonica certi valori sono aspetti fondamentali per la vita del Libero Muratore, per la Giustizia civile potrebbero avere un carattere di “oggettiva tenuità”, non essendo “tipizzati” in un ambito normativo dettagliato come nel campo civilistico. Pertanto, è naturale che la Magistratura, se chiamata in causa, possa essere portata a valutare in maniera differente determinati comportamenti, magari considerandoli non definibili in quanto privi di quella “specificità” normativa utile per comminare una specifica sanzione, nel caso in cui siano censurati. Del resto, certe qualità umane, non possono essere ridotte in confini necessari a stabilirne un ambito preciso di applicazione, in altre parole non sono misurabili oggettivamente”.

Per concludere ” in un mondo nel quale si stanno perdendo certe qualità umane, chiamare in causa la Giustizia civile per vicende interne alla nostra Istituzione significa non rendersi conto di mettere in tal modo a repentaglio l’aspetto iniziatico della Massoneria creando inutili incomprensioni dettate dai differenti punti di vista”.
Antonio Seminario ha poi proposto una riflessione tema della Comunicazione: “l’uomo contemporaneo si trova ad affrontare un nuovo cambiamento che sta procedendo in forte accelerazione: in un mondo sempre più connesso, dove i mezzi di comunicazione hanno tessuto una rete diffusa sull’intera superficie terrestre ed in grado di veicolare notizie in tempo reale, si è del tutto trasformato il modo in cui gli uomini si relazionano e dove le parole sono diventate uno strumento utile per aumentare la visibilità del “grande pubblico”. Del resto, saper trovare le giuste parole significa saper usare al meglio le proprie possibilità espressive, attingendo alle infinite sfumature che la lingua e la comunicazione verbale offrono, con lo scopo di sviluppare quel processo creativo chiamato “dialogo”, mezzo estremamente efficace per chi volesse aspirare alla conoscenza. Tuttavia, nell’era della comunicazione digitale, caratterizzata dalla “cultura dell’immagine”, questa ricchezza di significati si sta dissolvendo in un linguaggio piatto e anonimo che denota un considerevole impoverimento delle idee corrispondenti, a causa del rovesciamento del normale ordine delle possibilità umane e dove la componente emotiva fa da padrona. In tale contesto, le parole non solo tendono a perdere la loro bellezza formale, ma denotano la mancanza di personalità di coloro che le esprimono e che sono ormai abituati ad inseguire i propri istinti più che riflettere sugli argomenti trattati; la stessa forma lessicale ha subito una certa volgarizzazione, divenendo strumento di manipolazione emotiva, con il solo scopo di attirare l’attenzione collettiva, tendendo ad essere usata per trasmettere messaggi aggressivi, in un gioco di provocazione verbale che alimenta il livore e la violenza. Questa grottesca distorsione della comunicazione non è solo una questione di estetismo formale. Per quanto l’offesa “postata” in via telematica e “sbandierata” pubblicamente nella vetrina della rete, essendo virtuale possa apparire senza conseguenze tangibili, non bisogna dimenticare che in diretta, nell’altro schermo, a ricevere il messaggio c’è una persona reale con una propria intimità la quale, senza possibilità di replica, non può che soggiacere all’aggressione ricevuta”.
La conclusione dell’intervento del Gran Maestro Aggiunto alla Gran Loggia di Rimini è direttamente rivolto ai Fratelli Massoni: “Il futuro della Massoneria, quindi, non dipenderà da quanto essa saprà adattarsi alle logiche esteriori, ma dalla sua capacità di tenere viva la sacralità dell’esistenza umana, la sola in grado di dare continuità alla “catena della tradizione”.
“…è necessario che ogni massone – consapevole della sfida che l’attende – svolga il proprio dovere, lavorando su sé stesso, mettendosi continuamente alla prova in modo tale da far emergere, e in seguito correggere, i vizi nascosti dietro ciò che addirittura sembra essere il meglio di sé. Tanto più ogni massone si avvicinerà al compimento dell’opera personale, preservando intimamente l’insegnamento iniziatico, tanto più lo spirito di fratellanza potrà prevalere sugli interessi egoistici, facendo in modo che la Massoneria possa essere in grado di adempiere alla sua funzione e divenire, come riportato negli antichi doveri, “il Centro di Unione e mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente lontane”. Per questo motivo continuiamo a lavorare all’interno dei nostri Templi, a “porte chiuse”, consapevoli che lo spirito di fratellanza è l’unico collante che ci tiene tutti “Uniti nella costruzione della Grande Opera”.