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Bullismo e cyberbullismo, incontro con gli allievi delle scuole di Fabrizia, grazie al Lions Club di Vibo Valentia (VIDEO)

L’iniziativa voluta dal dirigente scolastico Giuseppe Sangeniti, ha coinvolto uno psicologo, un sociologo ed i rappresentanti di polizia e carabinieri, presenti docenti, genitori, ragazzi

Tutto inizia a scuola: quello che dovrebbe essere il luogo in cui anzitutto, prima ancora dei contenuti delle diverse discipline, si apprende la vita assieme agli altri. Si impara a socializzare e a conoscere il mondo. Non tutto però si può scegliere, sui banchi di scuola. Non si scelgono i propri compagni di classe, per esempio. Dopo una fase iniziale di conoscenza, di studi e giochi insieme, emerge la competizione; a quel punto, purtroppo le logiche del branco hanno il sopravvento.

Cosciente di queste dinamiche, Giuseppe Sangeniti, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Fabrizia, con il sostegno del Lions Club di Vibo Valentia, ha organizzato per i suoi allievi una giornata di riflessione mettendo insieme uno psicologo, un sociologo ed i rappresentanti delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri che intervengono allorquando, superati i confini iniziali, l’atto, trasformatosi in bullismo vero e proprio, diventa reato.

Perché nell’azione del bullismo, l’attacco alla vittima si svolge per tappe: la prima è quella di diventare amici non per una corrispondenza autentica e sincera, ma per interesse. Poi si passa alla presa in giro lieve. Si arriva quindi alla lite e all’aggressione più pesante. Infine, il branco ha la meglio e la congiura di un gruppo organizzato lascia la vittima senza scampo.

Ecco, allora che parlarne, spiegarne le dinamiche e le conseguenze è necessario ed importante perché, sebbene ogni caso di bullismo abbia senz’altro aspetti unici, in molte storie si ritroverà la dinamica di uno contro molti e la cronaca riporta, purtroppo sempre più spesso, diversi casi simili che arrivano a diventare drammatici quando intervengono i fattori personali legati al carattere, alla sensibilità, al temperamento di un ragazzo.
Nell’era di internet, poi, il problema ha trovato nei social network la sua cassa di risonanza, tanto da spacchettarsi in un sotto-fenomeno: il cyberbullismo. Sono dinamiche che sfuggono al controllo degli adulti e che spesso si solidificano fuori dagli orari scolastici. Ma la scuola non deve per questo sentirsene estranea. Non è nel mezzo che va cercata la colpa, ma nell’uso che se ne fa e a quell’uso bisogna esserne educati, fornendo le conoscenze non solo per maneggiarli al meglio, ma per proteggersi da chi non lo fa.

Parlarne a scuola – come fatto a Fabrizia, grazie all’iniziativa del dirigente scolastico Giuseppe Sangeniti – è ancora più importante perché non è mai abbastanza dedicare delle lezioni al bullismo, spiegare di cosa si tratta, fare esempi, spiegare che il bullo non è superiore, tutt’altro…

E poi, insegnare ai bambini ad apprezzarsi. Quando non riescono a raggiungere i risultati scolastici non criticarli, ma incoraggiarli a migliorarsi aiutando ogni ragazzo a costruire la propria autostima.

Perché è questa la missione della scuola: crescere studenti, non arroganti, ma che credano nelle proprie capacità. Solo così si può sconfiggere il bullismo!

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