Talarico per ora non si tocca. Il nuovo gruppo consiliare non crea problemi. Nico Console entri pure in maggioranza ma non è gradito. Non ci saranno rimpasti in giunta
È il Consiglio comunale dello scatto d’orgoglio del sindaco Enzo Romeo, che, dinanzi all’’incalzare dei fatti degli ultimi giorni, prova a ribaltare il tacolo affidando all’assise politica dichiarazioni perentorie.
Primo: “L’assessore Talarico resta al suo posto”. Perché “Gli uffici mi hanno dato il via libera”… in attesa che arrivi il parere del ministero dell’Interno.
E su questo primo argomento gli fanno da spalla il diretto interessato: ““Non ho alcuna intenzione di dimettermi – ha dichiarato l’assessore Talarico – Non c’è nessuna incompatibilità, e la mia coscienza è serena. Chi agita fantasmi lo fa per altri scopi”.
Mentre il segretario generale Domenico Libero Scuglia, ovvero colui che doveva valutare e solo in questi giorni ha deciso di rivolgersi al ministero (a tal proposito Romeo non ha dubbi: “non sta al sindaco valutare eventuali cause di incompatibilità, ma tocca agli uffici. E gli uffici, nel momento in cui si è costituita la giunta, non hanno riscontrato alcun problema. Nel merito, per quanto mi riguarda, non ci sono cause di incompatibilità, come mi confermano gli uffici), spiega: “Abbiamo agito nel pieno rispetto della legge. Non c’è stata alcuna forzatura, né tantomeno negligenza. Il nostro operato è limpido e fondato. In ogni caso, abbiamo ritenuto opportuno chiedere un parere al Ministero per fugare ogni dubbio e garantire piena trasparenza”.
Certo, rimane il paradosso: se secondo per Scuglia “Il nostro operato è limpido e fondato”, e se il sindaco comunque conferma che: “ho accettato di buon grado la decisione del segretario generale di chiudere questa vicenda con la richiesta di un parere al ministero dell’Interno”, perché lasciare sulla graticola l’assessore Talarico?
Intanto, per il momento il sindaco chiude la faccenda con un: “Siamo fiduciosi. Le istituzioni faranno chiarezza e noi andiamo avanti nel rispetto del mandato che ci è stato dato”.
Secondo: la nascita del nuovo gruppo consiliare. Anche in questo caso Romeo mostra straordinarie doti acrobatiche. Premette: “per la maggioranza non cambia nulla”, quindi si dice: “comunque molto perplesso per la modalità con cui è nato il nuovo gruppo, la cui formazione può insinuare il dubbio che la maggioranza possa scricchiolare”; poi giustifica: “Vedo quanto accaduto più che altro come una situazione di disagio dei consiglieri che hanno deciso di formare il nuovo gruppo; infine consola (o si consola): “Se questo porterà maggiore tranquillità e serenità a loro, va bene”.
Terzo: l’acquisto in maggioranza di Nico Console, consigliere del Misto eletto nel centrodestra e adesso federato con il nuovo gruppo (quello dei consiglieri in “cerca di tranquillità”). In questo caso, Romeo si mostra stato duro, ingeneroso. Addirittura lo rimprovera pubblicamente prendendone le distanze: “Al consigliere Console che mi è venuto a trovare qualche giorno fa parlandomi del suo progetto, non posso che ribadire che se ha deciso di entrare in maggioranza non possiamo che prenderne atto e ci fa piacere. Ma formare un gruppo consiliare con persone che sono già in maggioranza non mi sembra il massimo della correttezza. Se avesse voluto aiutare e sostenere questa amministrazione, sicuramente si sarebbero potute adottare modalità e linee di comportamento diverse”.
In attesa di scoprire quale sarà la reazione di Console, apparso come un “imbucato poco gradito”, Romeo chiarisce un ultimo punto.
Quarto: “Non accetterò che nessuno mi tiri dalla giacca ed escludo che in futuro possano essere affidate cariche”. Dichiarazione secca che annuncia che non ci saranno rimpasti in giunta. In giunta, almeno per ora, ma in consiglio qualche revisione nella commissioni e d’obbligo, tra composizione e presidenze
Intanto, dalla minoranza rumoreggiano… dalla maggioranza ascoltano… mentre i più smaliziati tra gli spettatori di questa seduta consiliare andata in scena serpeggia un dubbio: ma la vera opposizione sta proprio lì, tra i banchi della cosiddetta maggioranza.
È la politica vibonese, bellezza!