[adrotate group="4"]

“La parola delle pietre” di Domenico Sorace, romanzo che è una storia intima e avvincente

Pubblicato l’ultimo lavoro dello scrittore calabrese edito da Libritalia

di Maurizio Bonanno

Esistono luoghi in cui non sembra vivere nessuno. Strade solitarie su cui si muovono i passi sparuti di camminatori occasionali, case centenarie in cui i silenzi sono rotti solo dal ronzio di qualche suono in lontananza, antichi muretti a secco su cui camminano gatti randagi e lucertole più di quanto vi si appoggino mani e schiene umane. Sebbene possa sembrare uno scenario desolato, queste scene raccontano una storia di resistenza: quella di persone che continuano ancora oggi ad abitare i borghi e i paesini d’Italia che, stagione dopo stagione, si svuotano con il rischio di perdere identità e storie. 

Esistono in Italia oltre 6.000 borghi abbandonati: luoghi dove si è fermato il tempo, antichi paesini arroccati tra le montagne, dove storia, cultura e tradizioni popolari restano un grande patrimonio tutto da scoprire, anzi da riscoprire. Piccoli paesi perlopiù disabitati che sono un’importante testimonianza della nostra storia, che offrono un viaggio nel tempo che rende incredibile potersi addentrare nei vicoli, tra case in pietra e resti antichi, dove scoprire come si viveva in passato.

Un fenomeno, questo dello spopolamento dei nostri borghi, in continua evoluzione e che in Calabria ha una sua peculiarità

Può accadere che, in un viaggio tra case diroccate e cumuli di pietre dal fascino eterno, ci si possa imbattere in qualcosa di imprevisto e di imprevedibile, che apre orizzonti inimmaginabili.

Può accadere, come è accaduto ad Alfredo, architetto visionario, attratto dalle immagini e dalle parole scolpite nei frontali delle case, conscio che esse non sono materiali inerti, ma materia viva su cui ricostruire le identità dei luoghi.

Alfredo è il protagonista de “La parola delle pietre”, l’ultimo romanzo di Domenico Sorace, edito per la collana LI di Libritalia.

“La parola delle pietre” è una storia intima ed avvincente, nella quale l’oscura ed innominata bellezza dei luoghi dà corpo, grazie ad occhi capaci di vedere oltre il visibile, a verità impreviste e sconvolgenti.

la parola delle pietre

In uno di questi borghi destinati allo spopolamento in una Calabria senza nome perché potrebbe avere il nome di tanti e diversi luoghi, Alfredo coglie qualcosa che lo rinvia ad un tempo lontano e che lo induce ad avviare un’accurata ricerca che, nel tentativo di rintracciare l’oscuro autore di un indecifrato bassorilievo, lo porterà in giro per il mondo.

Domenico Sorace ha la qualità del narratore che dipana la sua storia per intrecci al punto che è difficile distinguere quando sia puramente immaginaria o piuttosto profondamente autentica, la realtà dei luoghi che descrive, attraverso i quali si compone una storia di iniziale abbandono perché sopraffatta da violenza, e poi risorgenza. Una vicenda che si apre e si confida, in cui il filo della memoria connette i ricordi più lontani e li proietta in un’ipotesi di vita rinnovata dove trova posto l’ipotesi di un futuro migliore.

https://www.libritalia.net/tag-prodotto/la-parola-delle-pietre

Perché, a dispetto di un mondo che sembra andare per linee spezzettate e diverse, la verità è che ogni cosa è sempre in qualche modo legata a ogni altra cosa: ogni parola è legata a ogni pietra, che, a dispetto di ogni superficiale valutazione, è per questo preziosa. Ogni civiltà umana è costruita con pietre e parole.

E dalle pietre che nascondono parole, si riscoprono valori e vicende antiche come il mondo. E la visione del mondo attraverso le pietre continua con l’aiuto delle parole. Parole che dalle pietre volano verso ogni orizzonte, per poi tornare alle pietre, perché tutto, su questa terra, è terra in qualche modo trasformata. Perché una pietra non finisce dove finisce la pietra.

E così, dalla trama del romanzo di Domenico Sorace viene fuori, emersa da un tempo perduto, una storia che cambierà la vita dei protagonisti e, forse, la sorte di un’intera comunità, destinata altrimenti ad un irriducibile abbandono.

Ed invece, se in lontananza arriva l’eco di un pallone che rimbalza…

Exit mobile version