<p><strong><em>Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 27 aprile</em></strong></p>



<p>di Mons. Giuseppe Fiorillo</p>



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<p>Carissime, Carissimi, </p>



<p>celebriamo, oggi, la seconda Domenica di Pasqua, la domenica della Misericordia, legata alla storia di santa Faustina Kowalska, religiosa polacca, vissuta nei primi decenni del &#8216;900.</p>



<p>La narrazione del vangelo di Giovanni che, oggi, ci propone la liturgia (Giovanni 20,19- 31) ha come luogo il Cenacolo e come spazio temporale lo scorrere di una settimana che va dal mattino di Pasqua alla sera dell&#8217;8º giorno.</p>



<p>Il giorno di Pasqua è tutto un correre: corrono le guardie per informare i loro capi dell&#8217;accaduto; corrono le donne, trovato aperto il sepolcro, per riferire gli Apostoli quello che avevano visto; corrono Pietro e Giovanni verso il sepolcro vuoto; corrono i due di Emmaus, nel fare, in fretta, ritorno a Gerusalemme, una volta riconosciuto il signor Risorto nello spezzare il pane…<br>&#8220;A sera mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovano i Discepoli per paura dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: pace a voi&#8221;.</p>



<p>Gesù non sta in alto, non in basso, ma in mezzo a loro, ma come uno di loro, perché tutti sono importanti. È un vincitore, ma non domina su nessuno, non rimprovera nessuno, non punisce nessuno. Nulla dice a Pietro per il suo tradimento, nulla dice agli altri per la fuga e l&#8217;abbandono. Mostra soltanto le ferite delle mani e del fianco squarciato.<br>I discepoli gioiscono e riconoscono il Signore Gesù.<br>Manca Uno quella sera, Tommaso, detto Didimo. Uno che, al suo rientro in casa, alla gioiosa narrazione dei presenti, afferma: &#8220;Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo&#8221;. Tommaso si sente ferito, turbato, quasi tradito da Gesù stesso, ma non se ne va, resta. Tommaso é l&#8217;icona dei resilienti… degli uomini e donne, che restano in famiglia, nonostante le lacerazioni; di coloro che restano per cambiare un territorio, devastato dalle corruzioni e dalle mafie; di coloro che restano nella scuola, nonostante il difficile processo educativo; di coloro che restano nella mala politica, consapevoli che la politica è altro, è un alto servizio di amore alle comunità; di coloro che restano nella Chiesa, nonostante le brutture e gli scandali, sicuri che la Chiesa, ogni giorno, è lavata dal sangue di Cristo morto e Risorto.</p>



<p>Otto giorni dopo, come oggi, Gesù viene nel Cenacolo e si avvicina a Tommaso e lo guarda con tenerezza: Tommaso tu soffri, anch&#8217;io soffro, vedi le mie ferite. Le ferite condivise spalancano il cuore di Tommaso, il quale si getta in ginocchio e grida: mio Signore e mio Dio.</p>



<figure class="wp-block-image size-full"><img src="https://vivipress.com/wp-content/uploads/2025/04/san-tommaso.jpg" alt="" class="wp-image-32943"/></figure>



<p>Gesù si presenta, ancora oggi, con le ferite che sanguinano. E sono queste le ferite:<br>-nelle vittime delle guerre, volute dai padroni della terra e subite dai poveri; </p>



<p>-nella fragile carne dei bambini del terzo e quarto mondo che muoiono per mancanza di medicine, di cibo, di buona scuola, di sana convivialità; </p>



<p>-nelle donne mercificate sulle strade, violentate, uccise.</p>



<p>&#8230;e la triste litania delle ferite non ha fine!</p>



<p>E che, oggi, sia per noi una buona domenica della Misericordia, all&#8217;insegna della &#8220;tenerezza, prezioso tesoro dei credenti e degli amanti&#8221;! (Davide Maria Turoldo);<br>e che sia, ancora, una buona domenica per noi che, a Pasqua, &#8220;dobbiamo avviare processi più che occupare spazi&#8221;! (papa Francesco). </p>



<p>Avviare processi é porre gesti e scelte che aprono nuove strade, nuovi cammini in un mondo che si presenta sempre più liquido e povero di valori ed allontanare dalle nostre visioni quei desideri di dominio e di possesso su persone e cose.<br>Don Giuseppe</p>

Don Fiorillo, Tommaso è l’icona dei resilienti. Come lui dobbiamo restare nonostante tutto… e curare ferite che sanguinano

- Categories: è domenica
- Tags: feritegesùresilienzasan tommasovangelo
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