Nel luglio del 2024 aveva fatto scalpore l’operazione denominata “Sartoria”, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Catanzaro durante la quale erano state eseguite misure cautelari personali nei confronti di 15 persone indagate a vario titolo per i reati di corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, abusiva introduzione in sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, a vantaggio anche di diverse società nei confronti delle quali è stata ipotizzata la rispettiva responsabilità amministrativa.
In particolare erano finiti ai domiciliari due imprenditori e un dirigente medico-docente universitario dell’Azienda ospedaliera “Renato Dulbecco” di Catanzaro, nonché era stata applicata la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici/servizi nei confronti di tredici pubblici ufficiali (fra cui il medico- docente universitario sottoposto anche alla misura degli arresti domiciliari) dipendenti, rispettivamente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, dell’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria e dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.
Le complesse indagini avevano cristallizzato la gravità indiziaria circa l’irregolarità di 9 appalti pubblici per un valore complessivo di oltre 33 milioni di euro, banditi dalla Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, dall’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” e dall’A.O.U. “Mater Domini
Il tutto attraverso legami tra i pubblici ufficiali preposti alle gare e alcuni rappresentati delle società che li avevano vinti, oppure attraverso condotte corruttive, con utilità (promesse o erogate) ai pubblici ufficiali coinvolti,
Venivano inoltre ipotizzate irregolarità nello svolgimento di concorsi per il reclutamento di personale e di truffa in relazione alla ripartizione del fondo incentivi per le funzioni tecniche in assenza dei presupposti previsti o in relazione alla percezione delle indennità economiche di esclusività da parte di un dirigente medico, legato da un contratto di lavoro a tempo pieno ed esclusivo sebbene lavorasse, anche presso due cliniche private di Crotone e Napoli accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale, e ciò mediante l’utilizzo di 2 società che avrebbero emesso sistematicamente fatture per operazioni inesistenti, con successiva corresponsione di somme in contanti al pubblico ufficiale.
A distanza di alcuni mesi si è arrivati ad un patteggiamento per quanto riguarda il docente universitario, nonché dirigente medico della “Renato Dulbecco”, per questo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro ha disposto l’applicazione della pena, su richiesta delle parti, pari a 2 anni di reclusione con pena sospesa e la confisca delle somme già sequestrate il 3 luglio 2024 per un ammontare complessivo pari ad € 215.095,07, in quanto ritenute il prezzo illecito dei reati a lui contestati e cioè turbata libertà degli incanti, corruzione, truffa ai danni dello Stato, reati tributari e falso.