Intervento perentorio del consigliere regionale ispiratore della lista Progressisti per Vibo che ha sostenuto la candidatura a sindaco di Enzo Romeo
Il patto per Vibo non è negoziabile.
L’affermazione è perentoria. Di più, è autorevole, perché a pronunciarla è il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, capogruppo a Palazzo Campanella del Gruppo dei Liberamente Progressisti ed ispiratore a Palazzo Luigi Razza della lista prima e del gruppo consiliare poi dei Progressisti per Vibo, frutto dell’alleanza tra Liberamente Progressisti, Alleanza Verdi e Sinistra, che nella giunta Romeo annovera il vice sindaco Loredana Pilegi, un raggruppamento che – precisa lo stesso Lo Schiavo – è il “frutto di sacrifici collettivi per un progetto di rinascita”.
L’uscita del consigliere regionale liberamente progressista arriva all’indomani della giornata politicamente più convulsa nell’era Romeo, la giornata della “slavina” partita dall’interno della sua maggioranza che rischiava di travolgerlo se non fosse arrivato il “soccorso alpino” dell’altra sponda.
Ed allora, lecita è la domanda: a chi si sta rivolgendo Antonio Lo Schiavo?
Il quale subito premette: “Il nostro appoggio al sindaco Enzo Romeo resta saldo, nel rispetto del patto elettorale che ci ha uniti nella coalizione di centrosinistra. Abbiamo costruito una lista puntando su professionisti, attivisti e amministratori di comprovata moralità, rifiutando logiche di potere e “capi-elettori”. Il nostro gruppo in consiglio comunale ha mantenuto un approccio serio, equilibrato, legato ai programmi; non siamo disposti quindi a essere travolti da chi vuole trasformare l’aula consiliare in un ring permanente”.
Ecco, appunti, di nuovo: a chi è rivolto è il rimbrotto?
Perché, in effetti, sembra il classico “Parlare a nuora perché suocera intenda”, ovvero quella locuzione italiana che significa dire qualcosa ad una persona (la nuora) con l’intenzione che la ascolti e la capisca un’altra persona (la suocera), escamotage solitamente necessario in una situazione di conflitto o di tensione.
Un messaggio indiretto, un’allusione che la suocera, sapendo del proverbiale contrasto, è destinata a interpretare correttamente, allorquando Lo Schiavo afferma: “Chiunque minacci la stabilità con fughe o veti distruttivi si assumerà la responsabilità storica delle proprie azioni”.
E nel consiglio comunale di ieri, veti e fughe sono stati elementi caratterizzanti, senza distinzione tra le parti!
Ed ecco partire l’avvertimento: “A chi pensa di giocare con la tenuta della coalizione dico: abbiamo donato la nostra credibilità al nuovo corso della politica vibonese, e non permetteremo che tutto venga sprecato. Non con il nostro nome”.
Cui segue l’appello: “Ci si fermi tutti e si riprenda da dove tutto era iniziato, dalle ragioni di cambiamento che hanno portato le forze progressiste a vincere nella città di Vibo. La sfida è troppo grande – dopo 15 anni di centrodestra – per cedere alla tentazione dell’autodistruzione”.
Ponendosi, quindi, come patrocinatore e tutore, ricorda: “Sosteniamo Romeo e pretendiamo che ogni componente della maggioranza onori gli impegni presi con gli elettori”.
Un tono non certo di compromesso, piuttosto di inflessibilità che si rafforza allorquando Lo Schiavo intima in conclusione: “Basta giochi: o si lavora uniti per la città o si spalancheranno le porte al caos”.
Ecco il punto: a chi è rivolto l’avvertimento? Chi è la suocera? E chi è la nuora?