La manifestazione organizzata da Libera e dalle tante associaizoni che in questi anni si sono battute per far sentire ancora la sua voce, ha avuto il suo momento clou con la svelatura del monumento in suo onore
Il 6 maggio del 2016 Maria Chindamo, scompariva nel nulla, davanti al cancello della sua azienda agricola, nelle campagne di Limbadi, dove è stata ritrovata solo la sua auto sporca di sangue. Il suo corpo non è mai stato scoperto perché volevano farla tacere nel peggiore dei modi, non permettendo a nessuno neanche di piangere sula sua tomba.


Oggi a distanza di 9 anni da quel giorno, quel cancello arrugginito, unico testimone oculare di quella tragedia, è diventato il simbolo di quella voce che non doveva più parlare, di quella donna che non doveva permettersi di essere libera, di tutte le voci e di tutte le persone che si oppongono alla criminalità.
Quel cancello è diventato un monumento visibile a tutti e che è stato scoperto durante la manifestazione che ogni anno da quel 6 maggio 2016 viene organizzata da Libera e dalla famiglia di Maria Chindamo proprio nel luogo della sua scomparsa dinnanzi a quelle terre dalle quali tutto è partito.

A Limbadi c’era tanta gente, sindaci con la fascia tricolore, giovani alunni delle scuole, forze dell’ordine, testimoni di giustizia, politici, associazioni, gente comune tutti assieme per far risuonare le parole di Maria Chindamo e fra di loro un volto noto, Brunori sas che quest’anno non ha voluto mancare a questa cerimonia.
Ad aprire e chiudere la cerimonia la cantastorie calabrese Francesca Prestia, che per l’occasione ha composto una canzone dedicata proprio a Maria Chindamo.