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Due dipendenti pubbliche indagate perchè avrebbero ottenuto un illecito profitto per congedi parentali non veritieri

guardia finanza lamezia

&NewLine;<p><strong><em>Invece di assistere le rispettive madri avrebberi approfittato dei permessi per fare tutt&&num;8217&semi;altro<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Non sono poche le leggi che permettono ai lavoratori di prendere dei congedi di qualunque natura senza rischiare di perdere il posto o gran parte dello stipendio&comma; c’è però qualcuno che ne approfitta&comma; di solito si tratta di uno o due giorni&comma; magari necessari per svolgere un’attività che non si è riusciti a fare in altre occasioni&comma; in altri casi&comma; invece&comma; la cosa sfugge di mano e pensando di non essere scoperti si usano i permessi per tutt’altro a discapito sia del proprio datore di lavoro&comma; se uno lavora nel privato&comma; che dello Stato se uno lavora presso una struttura pubblica&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Ed è proprio quello che hanno scoperto le Fiamme Gialle di Lamezia Terme che hanno notificato un avviso di conclusione d’indagini preliminari ad un’infermiera dell’A&period;S&period;P&period; di Catanzaro e una docente di un istituto scolastico ritenute a vario titolo responsabili del reato di truffa aggravata commessa in danno dell’amministrazione pubblica di appartenenza&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In entrambi i casi era l’assistenza alla madre malata il motivo addotto per le loro assenze dal lavoro&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’operatrice sanitaria aveva chiesto ed ottenuto un congedo straordinario retribuito ai sensi dell’art&period; 42 co&period; 5 D&period;Lgs&period; 151&sol;2001&comma; attestando falsamente di dover assistere la madre convivente affetta da grave handicap&comma; invece&comma; la Guardia di Finanza ha appurato che durante tale periodo la donna si era assentata dal lavoro per ragioni del tutto estranee all’assistenza della madre e&comma; per alcuni giorni&comma; aveva chiesto il &OpenCurlyDoubleQuote;permesso” addirittura per recarsi in vacanza in crociera&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>A lei si contesta un indebito profitto pari a € 1&period;289&comma;00&comma; corrispondenti alle retribuzioni percepite nel periodo&comma; con equivalente danno dell’A&period;S&period;P&period; di Catanzaro&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Per quanto riguarda&comma; invece&comma; l’insegnate i finanzieri avrebbero appurato che la stessa&comma; dopo aver ottenuto il permesso retribuito per assistere l’anziana madre&comma; di fatto&comma; in un arco temporale di circa otto mesi&comma; ha vissuto per più 170 giorni al di fuori della Regione Calabria e per questo non sarebbe stata in grado di assistere di persona l’anziana madre che invece in Calabria vive&comma; mentendo così sulle reali motivazioni della sua richiesta e&comma; di conseguenza&comma; ottenendo un illecito profitto pari a oltre 16&period;000 euro&comma; corrispondente alle retribuzioni percepite indebitamente&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Per tale somma la Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha richiesto ed ottenuto dal G&period;I&period;P&period; alla sede un decreto di sequestro preventivo nella forma per equivalente nei confronti dell’indagata che è stato&comma; successivamente&comma; eseguito dalle Fiamme Gialle&period;<&sol;p>&NewLine;

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