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Tre persone arrestate per furto aggravato e condannate con giudizio direttissimo

Sono stati sorpresi dai carabinieri forestali nell’alveo del fiume nica’ mentre prelevavano materiale inerte e reinterravano calcinacci e laterizi

La Calabria è una regione ad altissimo rischio idrogeologico, dove basta poco affinché un piccolo danno su un costone, ad una fiumara, o un torrente possano trasformarsi in vere e proprie tragedie con danni ambientali incalcolabili, per questo esiste la campagna denominata “Fiume sicuro 2025”, pianificata dal Comando Carabinieri per la Tutela Forestale e dei Parchi, che si inserisce nel programma di contrasto ai fenomeni di dissesto idrogeologico sul territorio italiano, caratterizzato da una tormentata orografia e da sedimenti geologicamente instabili che lo predispongono. La destabilizzazione delle condizioni naturali di molti torrenti e aste fluviali, dovuta spesso a condotte illecite, ha contribuito alla alterazione dei fenomeni naturali di erosione e sedimentazione collegati, che hanno portato negli ultimi anni alla perdita di ingenti risorse economiche nonché, in occasione di eventi di maggiore intensità, di numerose vite umane.

Durante uno di questi controlli i Carabinieri del Nucleo Forestale di Cirò hanno sorpreso tre persone mentre eseguivano lavori di estrazione abusiva con mezzi meccanici di materiale inerte dall’alveo del fiume Nicà, tra le province di Crotone e Cosenza e precisamente a ridosso del confine tra i comuni di Crucoli e Terravecchia.

I militari dell’arma hanno notato la presenza di mezzi meccanici fermi sulla sponda del fiume dove erano anche evidenti i segni di un cantiere di movimento terra e, insospettiti da quanto trovato, si sono appostati a poca distanza per scoprire cosa stesse accadendo.

Non è passato molto tempo, quando sono giunte sul posto tre persone che, ignare di essere osservate, hanno ripreso ad eseguire il prelievo di massa inerte dal greto del fiume con l’ausilio dei mezzi meccanici.

A quel punto sono intervenuti per chiedere delucidazioni e controllare sia i documenti personali sia quelli che avrebbero potuto autorizzare gli operai a operare in quel luogo, ma loro non sono stati in grado di esibire questi ultimi e per questo sono stati tratti in arresto per furto aggravato in flagranza ai danni dello Stato, trattandosi di sottrazione abusiva di beni demaniali destinati alla pubblica utilità.

E come se non bastasse, dai controlli è emerso inoltre che gli operai erano intenti a livellare la buca scavata, riempiendola con terre da scavo frammiste ad altri rifiuti provenienti da attività di demolizione, come laterizi e calcinacci, calcestruzzo, traversine ferroviarie, e altro materiale.

2025.5.13 Arr. per furto inerti fiume Nica Gr. CC For. KR 1

Al termine di tutte queste verifiche è anche scattato il sequestro dei veicoli utilizzati.

I tre uomini, G.M., trentacinquenne di Crosia, V.F., cinquantunenne, e A.G., cinquantottenne, entrambi di Cariati, sono stati processati per direttissima, riconosciuti colpevoli sono stati condannati a pene tra i 6 e gli 8 mesi, tutte patteggiate e sospese, oltre che ad una multa.

Oltre ai tre operai è stato anche deferito il titolare della ditta crotonese, di cui gli stessi risultano dipendenti, che gestisce un impianto di recupero inerti non lontano dalla zona dello scavo.

Tutti dovranno difendersi anche dalle accuse di invasione di terreni demaniali in area vincolata, gestione illecita di rifiuti nell’esercizio di attività d’impresa, deterioramento di beni paesaggistici, modifica dello stato dei luoghi ed ulteriori profili di responsabilità in campo ambientale in fase di verifica.

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