Una accelerazione che anticipa la risposta al quesito sottoposto al ministero e che si ritiene possa aver risolto la questione dell’incompatibilità. Sarà davvero così?
È spettacolare! Una sfida di virtuosismi, di ingegnosità, di soluzioni acrobatiche nell’affrontare situazioni difficoltose.
La politica vibonese ha scoperto un modo originale di affrontare le problematiche che si frappongono lungo il cammino. Ed il trapezio sembra essere stato scelto per realizzare utili esercizi che si richiamano a quel tipo di acrobati denominati appunto trapezisti.
Sia chiaro, sono esercizi prevalentemente, ma non indispensabilmente, legati agli spettacoli del circo. Dunque, lungi da noi paragonare palazzo municipale ad un circo…!
Epperò, pare come un trapezio lo strumento preso in prestito per affrontare le questioni politiche di Palazzo Luigi Razza. Perché, se c’è chi esibisce un triplo salto carpiato, c’è anche chi sceglie di impegnarsi su una barra metallica sospesa a mezz’aria da due cavi tenuti ad un sostegno più in alto.
La barra è un debito monstre di Imu non pagata rimasta sospesa a mezz’aria da una rateizzazione, i due cavi sono: uno la “fiducia” nel sindaco nel “buon lavoro” svolto dai suoi uffici e la “buona fede” del suo assessore; l’altro, il quesito inviato dagli stessi uffici al Ministero, che ancora non ha mandato risposta, ma – nel frattempo – con una imprevista accelerazione, ecco che il diretto interessato versa nelle casse dell’ente per intero la cifra corrispondente al suo debito Imu, inizialmente non pagato (a quanto pare in presenza di un contenzioso con il Comune a cui aveva rinunciato per assumere la carica assessorile) e poi rateizzato, a partire dallo scorso 15 luglio, quando a tutti gli eletti in Consiglio e i componenti dell’esecutivo guidato dal sindaco Enzo Romeo, era stato chiesto di sottoscrivere un’autocertificazione di insussistenza delle cause di incompatibilità.
Che l’assessore Marco Talarico abbia cambiato opinione anticipando così le determinazioni ministeriali è notizia riportata nell’odierna edizione cartacea di Gazzetta del Sud nel cui titolo ipotizza che questa “accelerazione” del diretto interessato comporta un disinnesco della incompatibilità alla carica di assessore di Marco Talarico.
Ma davvero la questione può ritenersi risolta? Così semplicemente?
Perché in un altro caso, gli stessi uffici comunali e di conseguenza il Consiglio comunale hanno agito in modo diverso, come è stato chiesto di fare – correttamente – al neo consigliere comunale Antonio Scuticchio che, ritardando la surroga in Aula al posto di Pasquale Mercatante, ha prima dovuto versare quasi mille euro nelle casse dell’Ente, per non essere in condizione di contenzioso con il ruolo che andava assumendo.
E poi, c’è quello che in Aula è stato definito l’aspetto etico-politico.
Insomma, è bastato effettuare questo esercizio al trapezio per risolvere il tutto? E, se era così semplice, perché era stato fatto subito evitando polemiche e scontri, dubbi e quesiti al ministero?
Misteri della acrobatica politica vibonese!