Non usa giri di parole Pasquale Scalamogna per denunciare quello che definisce il “tentativo di intestarsi la piena paternità del lavoro svolto dai predecessori” da parte del sindaco Romeo
“L’Amministrazione Comunale targata Enzo Romeo non perde occasione per dimostrare la propria mancanza di garbo istituzionale”.
Va giù dritto focalizzando sin dalle prime parole l’argomento con il quale Pasquale Scalamogna, ex assessore comunale già vice del sindaco Maria Limardo. Lancia preciso l’accusa all’attuale primo giunta ed alla sua amministrazione e – come d’altronde è nel suo stile personale: schietto, diretto, pragmatico – ne spiega il motivo.
“All’inizio del mandato – è il suo ragionamento – i componenti di questa Amministrazione, che, durante la campagna elettorale avevano fatto credere di aver sviscerato tutte le problematiche e di avere in tasca tutte le soluzioni, rimasti frastornati dal grande lavoro precedentemente svolto, non sapendolo affrontare e portare a conclusione, per non ammettere la propria inadeguatezza e per poter, successivamente, intestarsi la piena paternità dei risultati che sarebbe riuscita a raggiungere, utilizzando una tecnica di comunicazione trita e ritrita, hanno pensato bene di veicolare, nell’opinione pubblica, l’idea che l’Amministrazione Limardo aveva lasciato uno sfacelo: che non vi era stato il risanamento economico, che non erano in corso una serie straordinaria di lavori pubblici, che non si era fatto niente per rendere la città più vivibile, che non erano stati seguiti i finanziamenti necessari alla risoluzione delle problematiche più annose… e chi più ne ha più ne metta”.
A conferma di questo ragionamento, Scalamogna specifica: “Ricordo, sommariamente, la questione della sentenza Cascasi, che, grazie alle casse vuote, rischiava di portare il Comune ad un nuovo dissesto; quella del finanziamento di 22,5 milioni di euro per il completamento degli interventi di officiosità idraulica delle aste fluviali che interessano le frazioni marine, arrivati per grazia divina, senza alcuna attività precedente; quella del Trasporto Pubblico Locale, sul quale l’amministrazione Limardo non aveva fatto niente; e quella degli errori progettuali su una gran quantità di lavori pubblici in corso di esecuzione, che sarebbero stati portati a termine solo grazie alla competenza e all’abnegazione dei nuovi assessori”.
A questo punto spiega il perché dell’accusa di “mancanza di garbo istituzionale”: “Con riguardo ai Lavori Pubblici, il frutto di questa narrazione, pur avendo le gambe corte, per come piano, piano, stanno verificando anche le persone più disattente, escluso, ovviamente, i faziosi, è l’inaugurazione, con la sola presenza dell’amministrazione Romeo, degli interventi che si ritiene siano venuti meglio e che, quindi, è vantaggioso intestarsi in via esclusiva. L’inaugurazione della Tonnara di Bivona, rappresenta l’unico evento nel quale il Sindaco Romeo, visibilmente contrariato dalla presenza, su invito delle Regione non certo del Comune, di Maria Limardo e di gran parte dei suoi assessori, non ha potuto fare a meno di dare i meriti per il lavoro precedentemente svolto, avventurandosi, addirittura, a dire che il percorso di apertura del Museo della Pesca e del Mare sarebbe stato seguito congiuntamente, ma, ad oggi, come su tutti gli altri luoghi di cultura, come il Teatro ed i Parchi Archeologici, tutto tace”.

“In quelle a seguire, invece – ecco dove si appella l’ex vicesindaco – non essendo coinvolti altri Enti che avrebbero potuto invitare, come giusto riconoscimento, l’amministrazione Limardo e, quindi, rovinare la falsa narrazione dello: “HO FATTO TUTTO MI” del sindaco, la scorrettezza istituzionale ha superato i limiti della decenza, per come successo per la Piazza di Portosalvo e, ieri, per il Parco della Biodiversità”.
Con un dire tra l’amara ironia e caustico sarcasmo, Pasquale Scalamogna lancia una provocazione: “Ritengo che la migliore risposta a tanta scorrettezza istituzionale sia quella che tutti gli ex Amministratori, dai componenti della Giunta Comunale, ai Consiglieri di maggioranza e, perché no, di minoranza, si presentino, in massa e compatti, a tutte le future inaugurazioni che verranno fatte sugli interventi da noi avviati, come il PalaPace, i tre Asili Nido, la Cittadella dello Sport, i Beni Confiscati alla Criminalità, la strada di collegamento tra Statale e Parco Urbano, tutte le Scuole, ecc.”.
E, ormai sopraffatto da tanta delusione, va oltre: “Proporrei di inaugurare, anche senza la presenza della nuova amministrazione, tutte le opere che Romeo riterrà di non doversi intestare, come sicuramente: “La spianata di Piazza Martiri d’Ungheria” e “Piazza Luigi Razza”.
Concludendo, con ritrovato realismo: “Capisco che potrei non essere seguito su tale strada di orgogliosa riappropriazione del lavoro fatto, nel qual caso me ne farei una ragione”.