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Danno erariale per oltre 260 milioni di euro a causa della Diga sul fiume Melito (VIDEO)

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&NewLine;<p><strong><em>Fin dall&&num;8217&semi;inizio ha presentato carenze progettuali&comma; non sanate nel tempo&comma; per cui il finanziamento iniziale è stato interamente revocato<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-embed is-type-video is-provider-youtube wp-block-embed-youtube wp-embed-aspect-16-9 wp-has-aspect-ratio"><div class&equals;"wp-block-embed&lowbar;&lowbar;wrapper">&NewLine;<amp-youtube layout&equals;"responsive" width&equals;"500" height&equals;"281" data-videoid&equals;"S9wcFZHXCK0" title&equals;"Diga sul Melito&comma; danno erariale da 259 milioni"><a placeholder href&equals;"https&colon;&sol;&sol;youtu&period;be&sol;S9wcFZHXCK0"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;i&period;ytimg&period;com&sol;vi&sol;S9wcFZHXCK0&sol;hqdefault&period;jpg" layout&equals;"fill" object-fit&equals;"cover" alt&equals;"Diga sul Melito&comma; danno erariale da 259 milioni"><&sol;a><&sol;amp-youtube>&NewLine;<&sol;div><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Un’opera pubblica nata male e finita ancora peggio malgrado fosse strategica per il territorio calabrese&colon; parliamo dello sbarramento artificiale sul fiume Melito e della mancata realizzazione dell’importante opera pubblica denominata &OpenCurlyDoubleQuote;Diga sul fiume Melito” &lpar;o &OpenCurlyDoubleQuote;Lago Azzurro”&rpar; che sarebbe dovuta sorgere tra i comuni di Gimigliano&comma; Sorbo San Basile e Fossato Serralta&comma; tutti in provincia di Catanzaro&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Un’opera inizialmente finanziata con € 259&period;735&period;539&comma;96 concessi a mezzo della Cassa per il Mezzogiorno dai Ministeri dell’ambiente e delle infrastrutture&comma; finanziamento che poi è stato integralmente revocato&comma; per la quale comunque erano già stati spesi €102&period;602&period;269&comma;39 di risorse pubbliche che sono state buttate al vento&comma; in quanto opera non più realizzabile&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Fin dalla consegna dei lavori è stata contestata dagli organi tecnici del Ministero della infrastrutture – Servizio Italiano Dighe&comma; cui compete la rigorosa verifica della perfetta realizzazione delle dighe nel territorio nazionale&comma; la carenza del progetto iniziale e la necessità di operare importanti integrazioni per assicurare la perfetta tenuta dell’invaso artificiale&comma; che in caso contrario sarebbe potuto essere pericoloso per le popolazioni a valle dell’opera&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Lo stesso progettista responsabile dell’originario progetto&comma; ritenuto carente dal Servizio Dighe&comma; fece un’integrazione progettuale che non è mai stata ritenuta idonea a superare i problemi di sicurezza di un’opera che continuava ad essere costruita e quindi a creare un avanzamento di spesa fino ai 102 milioni di euro&comma; anche se priva delle necessarie autorizzazioni&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Una volta revocato il finanziamento e comunque visto l’avanzamento dell’opera&comma; la Procura della Corte dei conti ha dovuto aprire un fascicolo su quest’opera di proprietà del &OpenCurlyDoubleQuote;Consorzio di Bonifica Ionio-Catanzarese” &lpar;già Consorzio di Bonifica Alli &&num;8211&semi; Punta di Copanello&rpar;&comma; e di conseguenza citare a giudizio sia il Consorzio&comma; nella persona del Commissario Liquidatore e legale rappresentante&comma; che il RUP dall’anno 2003 al 2015&comma; che il Direttore Generale dal 1998 al 2014&comma; mentre non è stato possibile procedere&comma; in quanto defunti&comma; nei confronti del Presidente e legale rappresentante del Consorzio ed il Progettista e Direttore dei lavori pro tempore&comma; visto il danno economico ed ambientale che nel frattempo si erano creati&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Se l’opera&comma; inserita nel programma di opere strategiche per il territorio regionale calabrese avrebbe dovuto costituire uno dei più grandi interventi idrici nel panorama nazionale&comma; che avrebbe risolto l’annosa questione della carenza d’acqua per mezzo milione di cittadini calabresi e per centinaia di aziende agricole&comma; ciclicamente interessate da fenomeni di siccità e consentito la produzione di energia idroelettrica in grado di soddisfare le esigenze di circa cinquanta comuni posti a valle dell’invaso&period;<&sol;p>&NewLine;

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