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Monasterace, bambino resta solo in classe mentre tutti gli altri vanno in gita a causa dalla mancata risposta dell’ASP

pulmino per disabili

Il consigliere regionale Alecci parla di ““episodio vergognoso”: “Ho portato la mia solidarietà alla famiglia e ho presentato un’interrogazione affinché si chiarisca cosa non ha funzionato e chi ha la responsabilità di quanto accaduto”

Si rimane amareggiati, sorpresi, delusi al pensiero che ancora possano accadere fatti simili ancora adesso. Ancor di più quando si scopre che tutto questa accade a causa di quella “maledetta” burocrazia che è la vera palla al piede di uno Stato che si definisce civile.

Una gita scolastica, tanto attesa come può esserlo per ogni bambino, che si è trasformata in un momento di dolore e di profonda ingiustizia per un bambino di 10 anni con disabilità, rimasto. Pasquale è stato escluso dalla gita scolastica che aveva diritto di vivere insieme ai suoi compagni a causa della mancata autorizzazione da parte dell’Asp di Reggio Calabria per l’assistenza infermieristica necessaria. Un episodio che ha scosso l’intera comunità calabrese, sollevando un’ondata di indignazione e richieste di verità.

Perché tutto era pronto: il pullman dotato di pedana, l’entusiasmo del piccolo Pasquale, la voglia di vivere un’esperienza scolastica come tutti gli altri, ma… Ma l’inerzia burocratica ha rovinato tutto: l’autorizzazione richiesta tramite PEC per garantire la presenza di un infermiere specializzato non è mai arrivata. E così, nonostante le ripetute sollecitazioni, il bambino ha dovuto rinunciare alla gita e restare da solo in aula, lontano dai suoi amici e da un momento formativo che avrebbe avuto anche un grande valore emotivo e sociale.

Un fatto definito “vergognoso” dal consigliere regionale Ernesto Alecci, che poi racconta: “Mi sono recato a Monasterace per portare la mia solidarietà alla famiglia di Pasqualino e ho deciso di presentare una interrogazione al Presidente e Commissario ad Acta per la Sanità Roberto Occhiuto, in modo da comprendere cosa non abbia funzionato in questa occasione e rimuovere, per il futuro, eventuali ostacoli di qualsivoglia natura”.

Alecci ha evidenziato come, secondo quanto previsto dalla legge, in situazioni simili tutte le istituzioni coinvolte debbano agire in sinergia per garantire cure adeguate e piena inclusione: “Non si può rimanere in silenzio – ha dichiarato – di fronte a una tale mancanza di umanità e responsabilità. In Calabria episodi simili non devono accadere mai più”.

Il caso di Monasterace accende i riflettori su una realtà spesso ignorata: quella di famiglie costrette a lottare ogni giorno per i diritti fondamentali dei propri figli: “Per risollevare la Sanità calabrese – ha aggiunto il consigliere regionale del PD – non bastano solo i finanziamenti per le strutture e le attrezzatture, ma occorre anche infondere in tutto il personale quell’impegno, quella passione e quella umanità necessari per lo svolgimento di un ruolo così importate”.

L’auspicio è che questa vicenda non finisca nell’oblio, ma rappresenti un punto di svolta. Perché nessun altro bambino debba più sentirsi escluso. Perché il diritto all’inclusione e alla felicità non può essere ostacolato da una mancata risposta a una PEC: “Continuerò a battermi per fare chiarezza su questo caso e su casi simili, finché in Calabria episodi del genere non accadano mai più”, conclude il consigliere regionale Ernesto Alecci.

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