La testimonianza del padre Martino durante la manifestazione denominata “I passi della Memoria”, per ricordare tutte le vittime di mafia
A Scalea la manifestazione denominata “I passi della Memoria” per ricordare tutte le vittime di mafia, a partire dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino scomparsi nelle stragi di Capaci e via d’Amelio di cui quest’anno ricorre il 33esimo anniversario.
Oltre 600 studenti arrivati da tutto il territorio cosentino, hanno animato la giornata presente anche Martino Ceravolo insieme alla moglie Anna, i genitori di Filippo Ceravolo vittima innocente di un agguato di ‘ndrangheta, nelle Preserre vibonesi, colpevole solo di essersi trovato nella macchina sbagliata, nel momento sbagliato.
Martino Ceravolo, indomito come sempre nel portare ovunque può la sua testimonianza insieme alla richiesta che sia fatta giustizia, non si è sottratto nemmeno in questa occasione, convinto, come ha ribadito anche stavolta, che: «Ricordare è bellissimo, perché finché sarà così, i morti non moriranno mai. Sono tredici anni che lottiamo per una giustizia che speriamo possa arrivare a breve».



Rivolgendosi agli giovani studenti, li ha esortati: «Andate sempre sulla strada giusta e se c’è qualcosa che non va, parlatene sempre con i vostri genitori. Soprattutto, però, non prendete mai passaggi da sconosciuti perché è per un passaggio che mio figlio Filippo ha perso la vita, dichiarato vittima di mafia nel 2014. Hanno ucciso un ragazzo di soli 19 anni, distruggendo innanzitutto la sua vita e poi quella mia, di mia moglie e delle sue sorelle».

«Ringrazio tutti voi per l’invito che mi avete offerto ha concluso Martino Ceravolo – e per avermi dato l’opportunità di portarvi il ricordo di mio figlio. Io non voglio vedere un’altra bara bianca. Filippo avrebbe dovuto essere qui, con noi».