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Presentato il Rapporto ISTAT 2025: molte le criticità che influenzano negativamente i livelli di istruzione

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&NewLine;<p><strong><em>La conseguenza più netta riguarda le opportunità di sviluppo sociale ed economico con un quadro completo preoccupante della situazione del paese<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>La trentatreesima edizione del rapporto&comma; illustrata dal Presidente dell’ISTAT Francesco Maria Chelli&comma; si concentra sui cambiamenti strutturali in corso e sulle sfide che l’Italia dovrà affrontare&period; Il&nbsp&semi;<em>Rapporto<&sol;em>&nbsp&semi;analizza i principali punti di forza e di debolezza del nostro Paese e le sue differenti dimensioni territoriali&comma; soffermandosi sugli elementi salienti dell’evoluzione del sistema produttivo&comma; dell’impiego delle tecnologie e della sostenibilità ambientale&period; Un viaggio in quattro Capitoli incentrato sulle generazioni&comma; per comprendere il presente e progettare il futuro&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Dal&nbsp&semi;<em>Rapporto 2025<&sol;em>&nbsp&semi;il sistema di istruzione italiano presenta molte criticità che influenzano negativamente i livelli di istruzione e le opportunità di sviluppo sociale ed economico&period; &ZeroWidthSpace;Solo il 65&comma;5&percnt; della popolazione tra i 25 e i 64 anni possiede almeno un diploma&comma; contro la media UE27 dell’80&percnt;&comma; e tra questi i laureati sono il 21&comma;6&percnt;&period; &ZeroWidthSpace; La dispersione scolastica esplicita è al 9&comma;8&percnt;&comma; con valori più alti tra gli uomini&comma; nel Mezzogiorno e tra i giovani stranieri&comma; mentre quella implicita evidenzia che molti studenti terminano il percorso scolastico senza raggiungere i traguardi minimi previsti&period; In generale la dispersione scolastica colpisce in modo più marcato chi proviene da famiglie con basso livello di istruzione&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>I divari territoriali restano ampi&colon; l’abbandono degli studi&comma; prima del completamento del percorso di istruzione e formazione secondario superiore riguarda il 12&comma;4&percnt; dei 18-24enni nel Mezzogiorno&comma; l’8&comma;4&percnt; al Nord e l’8&comma;0&percnt; nel Centro&period; Le disuguaglianze sociali e intergenerazionali sono marcate&comma; con il livello di istruzione dei genitori che influisce fortemente sui risultati scolastici dei figli&comma; limitando la mobilità sociale&period; &ZeroWidthSpace; Le donne&comma; pur avendo una quota di laureate superiore agli uomini&comma; sono meno orientate verso percorsi tecnico-scientifici &lpar;STEM&rpar;&period; Se nel 2022 i divari di genere nei tassi di scolarità risultavano piuttosto contenuti&comma; con circa due punti percentuali in più per le ragazze&comma; essi tendono ad ampliarsi al momento della scelta del percorso di istruzione&comma; essendo le donne storicamente meno orientate a percorsi di tipo tecnico-scientifico&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’accesso all’istruzione terziaria è limitato&colon; solo il 31&comma;6&percnt; dei giovani 25-34enni ha un titolo terziario&comma; valore che&comma; nonostante il progressivo miglioramento registrato negli ultimi decenni&comma; rimane ancora lontano dall’obiettivo del 45&percnt; definito per il 2030 dal Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e formazione&period; Inoltre&comma; molti studenti non completano il percorso universitario nei tempi previsti&comma; influenzando negativamente l’ingresso nel mercato del lavoro&period; &ZeroWidthSpace;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Le competenze digitali&comma; sempre più centrali nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana&comma; mostrano livelli ancora insufficienti&period; Nel 2023&comma; solo il 45&comma;8&percnt; della popolazione tra 16 e 74 anni possiede competenze digitali almeno di base&comma; con forti disparità per età&comma; sesso&comma; titolo di studio e area geografica&period; Il Mezzogiorno registra livelli particolarmente bassi e&comma; in generale&comma; il divario tra uomini e donne resta marcato tra gli individui con oltre 45 anni di età&period; &ZeroWidthSpace;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In generale&comma; comunque&comma; il sistema educativo italiano deve affrontare divari territoriali&comma; disuguaglianze sociali e di genere&comma; oltre ad una scarsa capacità di adattarsi alle esigenze del mercato del lavoro&period;&ZeroWidthSpace; Questi problemi evidenziano la necessità di interventi mirati per migliorare l’efficienza&comma; l’equità e l’inclusività del sistema d’istruzione&period; &ZeroWidthSpace;L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità&comma; infatti&comma; è migliorata&comma; ma persistono carenze nella formazione degli insegnanti di sostegno&comma; difficoltà nella continuità didattica e ritardi nell’assegnazione delle cattedre&period; I giovani laureati incontrano difficoltà nel trovare stipendi adeguati&comma; mentre i lavoratori più anziani tendono a mantenere posizioni stabili con salari più elevati&period; L’analisi sottolinea che il titolo di studio è un fattore chiave&comma; ma altri elementi come esperienza&comma; settore e posizione geografica incidono significativamente sulle retribuzioni&period;<&sol;p>&NewLine;

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