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Stabilizzazione Tis, Lo Schiavo: «Si metta la parola fine a questa odiosa forma di precariato di Stato»

lo schiavo

&NewLine;<p><strong><em>«Gli strumenti ci sono &&num;8211&semi; afferma Lo Schiavo &&num;8211&semi; è ora una questione di volontà politica e di dimostrare che si può davvero intervenire per risolvere questa annosa vicenda»<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>«La Giunta regionale adotti misure urgenti per la stabilizzazione dei Tirocinanti di inclusione sociale&period; I comuni calabresi&comma; da soli&comma; non possono garantire un dignitoso futuro occupazionale ad un bacino che&comma; com’è noto&comma; conta migliaia di lavoratori&period; Le risorse economiche ci sono&comma; Occhiuto dimostri di voler davvero mettere la parola fine a questa odiosa forma di precariato di Stato»&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>A dirlo&comma; in un comunicato stampa&comma; è il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo&comma; presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Lo Schiavo ricorda che «negli enti pubblici calabresi sono attualmente impiegate 3&period;758 unità lavorative afferenti al bacino dei Tirocinanti di inclusione sociale che&comma; negli anni&comma; hanno contribuito in maniera significativa al funzionamento quotidiano di tali amministrazioni&comma; pur senza alcun riconoscimento contrattuale pieno&period; Da quando ha istituito i Tis&comma; la Regione Calabria ha sempre coperto per intero&comma; con fondi propri o statali&comma; la relativa spesa&period; Per l’anno 2025&comma; in assenza dei fondi statali&comma; la stessa Regione Calabria&comma; con nota del 16 maggio&comma; ha sollecitato tutti gli Enti che utilizzano i Tis a procedere alla loro stabilizzazione&comma; prevedendo il riconoscimento all’Ente di un contributo economico per ciascun lavoratore stabilizzato under 60&comma; pari a 40mila euro spalmati su quattro annualità&comma; mentre i lavoratori che hanno superato i 60 anni avranno riconosciuto un assegno di inclusione sociale fino al raggiungimento dell’età pensionabile&period; <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>I Tis da stabilizzare sono quindi circa 2&period;880&comma; ma sono ancora troppo pochi gli Enti locali che hanno manifestato la volontà di assumerli&comma; scoraggiati anche dal fatto che&comma; in caso di stabilizzazione con monte ore settimanale inferiore a 18&comma; il contributo erogato dalla Regione Calabria si ridurrebbe ulteriormente&period; <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>A giudizio di Lo Schiavo&comma; bene ha fatto la Cgil Calabria&comma; consapevole delle difficoltà finanziarie vissute dai Comuni&comma; a chiedere di distribuire il bacino del precariato anche su altri enti regionali o subregionali&period; Inoltre&comma; sempre la Cgil Calabria ha stimato che&comma; per coprire un’intera annualità lavorativa per tutti i tirocinanti coinvolti&comma; servirebbero circa 70 milioni di euro&period; Somme che potrebbe essere la stessa Regione a recuperare&comma; fornendo così quel decisivo supporto alla stabilizzazione dei lavoratori e ottemperando a quello che si configura come un dovere istituzionale e sociale per sottrarli al rischio disoccupazione&period; <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Lo Schiavo suggerisce pure la strada da percorrere «Si tratterebbe di allocare tali somme&comma; recuperate dai risultati di amministrazione e da altri fondi di bilancio destinati al potenziamento delle politiche attive del lavoro e alle amministrazioni locali&comma; sul programma di spesa destinato alla &OpenCurlyQuote;realizzazione di misure innovative e sperimentali di tutela dell’occupazione e di politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga”&comma; nello specifico individuando misure di stabilizzazione dei Tis»&period; <&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>«Gli strumenti ci sono&comma; dunque &&num;8211&semi; conclude Lo Schiavo &&num;8211&semi; è ora una questione di volontà politica e di dimostrare che si può davvero intervenire per risolvere questa annosa vicenda»&period;<&sol;p>&NewLine;

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