Si tratta di un ricco monetiere recuperato al termine di una complessa indagine che è durata oltre dieci anni
Un’importante operazione di tutela del patrimonio culturale si è di fatto conclusa oggi con la restituzione ufficiale di 479 beni culturali allo Stato italiano. I reperti, frutto di un’attività investigativa condotta dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (T.P.C.) di Cosenza sotto la direzione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, sono stati consegnati al Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi”.
A consegnarli il Comandante del Nucleo T.P.C. di Cosenza, capitano Giacomo Geloso nel corso di una cerimonia nel Castello di Vibo Valentia, sede del museo, con la presenza del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Camillo Falvo, del Direttore Regionale Musei Calabria, Fabrizio Sudano.


I beni restituiti comprendono monete di rilevante valore archeologico, storico e culturale, molti dei quali databili all’epoca magno-greca e romana. L’operazione rappresenta un successo significativo nella lotta al traffico illecito di opere d’arte e dimostra l’efficacia della collaborazione tra magistratura, forze dell’ordine e istituzioni culturali.
Il Direttore del Museo “Vito Capialbi”, Michele Mazza, ha sottolineato l’importanza della restituzione per la ricostruzione dell’identità culturale del territorio.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’impegno costante di magistratura e forze dell’ordine nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, messo troppo spesso a rischio da scavi clandestini, furti e traffici illeciti.