Lanciata una petizione online da parte della promotrice della proposta di legge Rosa Procopio
Oggi in Italia solo il 31% delle posizioni manageriali è detenuta da donne (fonte: Banca D’Italia) indicando un gap di genere significativo. Allo stesso tempo, il tasso di occupazione delle donne in Italia è solo del 48.8% rispetto al 66.2% degli uomini (fonte: ISTAT).
Un tale dislivello è inaccettabile.
Parte da queste premesse l’iniziativa di Rosa Procopio, coordinatrice regionale per le donne del Movimento di ispirazione cattolica “Libertà è Democrazia”, che lancia una proposta di legge dal titolo “Misure Urgenti per la Tutela e l’Empowerment delle Donne in Italia” e la propone attraverso il sito charge.org specializzato nelle petizioni popolari.
“È qualcosa di molto vicino al mio cuore – spiega il motivo di questa sua iniziativa, Rosa Procopio – In Italia, le donne costituiscono il 51,7% della popolazione (fonte: ISTAT), tuttavia, spesso vengono sottovalutate e non valorizzate completamente. La nostra società può prosperare solo quando si attribuiranno pari diritti e opportunità a entrambi i sessi”.
“Questa proposta di legge – aggiunge – vuole affrontare queste questioni critiche ed emanare misure efficaci per proteggere le donne e promuovere la loro posizione nella società italiana. Attraverso l’adozione di questa legge, l’Italia potrebbe fare un salto in avanti per garantire l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne”.

“Non stiamo chiedendo favori – prosegue Rosa Procopio – ma esigiamo giustizia e parità. L’empowerment delle donne non è solo una questione di diritti umani, ma una necessità per il progresso e lo sviluppo della società. Chiediamo un trattamento equo e sicuro delle donne in tutti i settori della società. Facciamo appello ai semplici cittadini ed ai legislatori, per far sì che questo cambiamento diventi una realtà”.
Rosa Procopio ha già predisposto una bozza di proposta di legge, che consta di dieci articoli: “Ma – chiarisce – rappresenta solo un punto di partenza. L’obiettivo è creare una legge che sia un vero e proprio strumento di cambiamento culturale e sociale, capace di garantire alle donne italiane una vita libera da violenza e discriminazioni e piena di opportunità di realizzazione personale e professionale”.
Lei stessa, infatti, ritiene “fondamentale coinvolgere esperti di diritto, sociologi, psicologi, rappresentanti di associazioni femminili e vittime di violenza per affinare ogni articolo e garantirne l’applicabilità e l’efficacia. Questo Perché, prima della presentazione, è necessario un’analisi approfondita dell’impatto finanziario e sociale della legge. E verificare attentamente la coerenza con le leggi già in vigore, come il “Codice Rosso” e le normative sulla parità di genere, per evitare duplicazioni o contraddizioni”.
Infine, l’appello: “Firmate questa petizione, se credete nel diritto all’uguaglianza di genere e nel potenziamento delle donne in Italia”.