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Ente per i Parchi Marini della Calabria, il Direttore Greco annuncia: avviato l’iter per i piani strategici

Si tratta di una pagina storica dopo 17 anni dalla legge regionale istitutiva dell’Ente

Con la condivisione e la presentazione dei primi, importanti risultati sui Fondali di Capo Vaticano, possiamo dire di aver scritto una pagina storica per gli obiettivi strategici che, come Ente per i Parchi Marini della Calabria, stiamo riempiendo di contenuti, nuove energie ed inedite prospettive di sviluppo. Dal Parco Marino Costa degli Dei viene avviato finalmente, infatti, l’iter che porterà, a partire dalle prossime settimane, a quello che da tempo stiamo presentando come piano integrato del Parco, strumento fondamentale prescritto sin dalle leggi regionali istitutive di 17 anni fa ma rimasto fino ad oggi lettera morta.

È quanto ha dichiarato il Direttore dell’Ente, Raffaele Greco, intervenendo a conclusione dell’evento di presentazione dei risultati del progetto TECNA – ACOUSTIC, ospitato nei giorni scorsi alla Tonnara di Bivona e promosso dallo stesso Ente per i Parchi Marini Regionali, iniziativa scientifica attiva dallo scorso dicembre e che andrà avanti fino a ottobre finanziata con fondi del PNRR e del National Biodiversity

“Quella tracciata – ha sottolineato Raffaele Greco, dicendosi amareggiato per la non partecipazione delle istituzioni territoriali – è la strada maestra per un format ed un modello che replicheremo. L’obiettivo è quello di garantire, attraverso i piani che sono e saranno strumenti urbanistici veri e propri e quindi con carattere di norma di rango superiore nell’ambito di loro applicazione, presidi di normalità; a garanzia, contesto per contesto, delle diversità di paesaggio e di straordinaria bellezza, dei nostri parchi e delle riserve costiere, da preservare – ha scandito – per rendere fruibili, attraverso zonizzazione, pianificazione e concertazione costante con comunità, istituzioni e attori socio-economici locali”.

“Siamo per questo ad un passo e fatto storico – ha sottolineato il direttore dell’Ente Parchi Marini, annunciando l’importante evento in merito del prossimo 18 luglio – che delinea finalmente un quadro conoscitivo dell’habitat di riferimento, condizione preliminare ed essenziale per poter affrontare e governare in modo efficiente ed economicamente competitivo la sfida dei turismi esperienziali ed eco-sostenibili, sulla linea d’indirizzo del resto di quanto previsto anche dalle norme regionali del 2023 in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità.

È un progresso – ha aggiunto – molto sfidante, sicuramente problematico e complesso, ma che ci rende orgogliosi del lavoro di squadra messo in campo per legittimare a tutti gli effetti l’Ente per i Parchi Marini e che sarà foriero di importanti prospettive di crescita e sviluppo, nella consapevolezza che – ha ribadito – se fondiamo le nostre aspettative di sviluppo economico sull’utilizzo delle risorse naturali, il depauperamento progressivo fino alla distruzione di queste ultime azzera direttamente quel capitale sul quale dichiariamo di volver fondare ragionevoli prospettive di crescita e questo – ha concluso Greco, definendo miope il non interrogarsi ad esempio sugli impatti dell’overtourism – è un ragionamento da economista e non da ambientalista.

Nella prima fase del progetto TECNA ACOUSTIC CAPO VATICANO è stata eseguita la mappatura di dettaglio degli habitat di fondo, visual census per la definizione dello stato di salute di Posidonia oceanica e transetti ROV per il monitoraggio dello stato di salute del coralligeno; la mappatura delle principali pressioni antropiche che minacciano questi habitat e la definizione di adeguate misure di conservazione. L’obiettivo è sviluppare una governance del sito che riesca a coniugare la fruizione sostenibile del territorio con la salvaguardia degli ecosistemi marini.

La prateria di Posidonia – è emerso nel corso degli interventi tecnici – risulta in buono stato di salute, mentre i fondali coralligeni mostrano un livello di impatto antropico contenuto. Le analisi subacquee hanno infatti individuato la presenza di rifiuti marini sporadici, per lo più legati ad attrezzi da pesca costiera abbandonati.

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