Chi entra nel Gruppo Folk Città di Vibo Valentia non impara solo a ballare o a cantare: apprende a vivere la tradizione, a riscoprire le radici
C’è un patrimonio che vive non nei musei, ma nei gesti, nei canti, nei costumi e nei racconti tramandati da generazione in generazione. È la memoria viva di un popolo, la sua anima più autentica. A Vibo Valentia, da oltre cinquant’anni, questa memoria ha un nome: Gruppo Folk Città di Vibo Valentia.
Quando, al termine dell’intensa Giornata dello Sport, che domenica scorsa ha animato Vibo Marina, grazie all’impegno del Coni Point di Vibo Valentia e del suo responsabile Michele La Rocca, sono entrati in scena i giovani del Gruppo Folk, è stata una ventata di festa, allegria, passione e tradizione.
L’idea di fare questa chiusura di giornata è stata di Attilio Fiorillo ed il suo gruppo dell’associazione Vibo Marina Cè che, anche questa volta come ogni volta, si è distinta per il suo impegno e la sua disponibilità, offrendo un supporto concreto che ha contribuito significativamente alla fluidità e all’efficacia dell’intera manifestazione.
E l’idea è stata vincente, non solo per il coinvolgimento entusiastico dei presenti, ma anche per lanciare un messaggio a tutta la popolazione: sosteniamo il Gruppo Folk Città di Vibo Valentia, un tesoro culturale che dobbiamo difendere e mantenere vivo, affinché non vada perduto.
Fondato nel 1973 da un gruppo di professionisti vibonesi appassionati delle arti popolari, il Gruppo è stato – e continua a essere – un baluardo della cultura tradizionale calabrese, non solo vibonese. Attraverso il teatro, la musica e la danza, ha raccontato la nostra storia, portando i suoni e i colori della Calabria ben oltre i confini regionali rappresentando sin dal 1977, con orgoglio l’Italia alla prestigiosa Europeade, il più grande festival europeo del folklore, facendo conoscere la bellezza della nostra terra in tutta Europa.
Eppure oggi, questo scrigno di cultura sta vivendo un momento di stasi. Il ricambio generazionale si è rallentato, e con esso il futuro di un’esperienza unica, fatta di passione, ricerca storica, socialità e orgoglio identitario. Un vuoto che non potrebbe essere colmato da quel nulla di artificiale che i giovani coltivano via social
Chi entra nel Gruppo Folk Città di Vibo Valentia non impara solo a ballare o a cantare: apprende a vivere la tradizione, a riscoprire le radici, a sentirsi parte di una comunità viva e accogliente. Indossando gli abiti tradizionali, i giovani raccontano storie d’amore, lavoro nei campi, feste e riti antichi: è un teatro popolare che emoziona e insegna, che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo.
L’impegno è volontario, spesso svolto nel tempo libero, ma la dedizione è totale. Dietro ogni spettacolo c’è studio, ricerca, prove, lavoro di gruppo. E un senso profondo di appartenenza che è raro trovare altrove. In un’epoca in cui tutto sembra effimero e digitale, questo gruppo rappresenta una resistenza concreta alla dimenticanza e all’omologazione culturale.
Ed allora, l’esibizione di Vibo Marina diventi occasione per rafforzare il legame con questo Gruppo che porta in alto per il mondo il nome della nostra Città; per ricordarci che non possiamo permettere che tutto questo venga dimenticato. Non possiamo accettare che l’indifferenza o la disinformazione condannino al silenzio una delle realtà culturali più importanti dell’intero territorio.
Ai giovani diciamo: fate un passo avanti. Entrate in questo mondo che ha tanto da dare. Scoprite la bellezza di ballare per raccontare, di cantare per tramandare, di stare insieme per costruire memoria.
Alla comunità tutta chiediamo: sostenete il Gruppo, parlatene, coinvolgete i vostri figli, nipoti, amici. Perché se il Gruppo Folk Città di Vibo Valentia vive, tutti contribuiamo a mantenere vivo un pezzo della nostra identità.
È il momento di agire. Perché la cultura popolare è la radice che ci tiene saldi, anche nel vento del cambiamento.
E se le radici muoiono, nessun albero può reggere in piedi.