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Con il Decreto Sport gli arbitri equiparati a pubblici ufficiali

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Chi li aggredisce rischia fino a 5 anni di carcere

Gli epiteti contro gli arbitri sono all’ordine del giorno, ma se a questi seguono anche azioni violente come le aggressioni allora, da oggi le cose cambiano, perché in base al Decreto Sport approvato dal Consiglio dei ministri, che modifica l’art. 583-quater del Codice penale, i direttori di gara sono equiparati a pubblici ufficiali e quindi chi dovesse aggredirli è come se avesse colpito un agente di Polizia.

È una situazione che si verifica sin troppo spesso, si pensi che solo nella stagione 2023-2024 si sono registrate oltre 500 aggressioni ai danni degli arbitri, molte delle quali nei settori giovanili e dilettantistici, alcune anche con conseguenze che sono andate ben al di là del semplice spintone.

La nuova normativa prevede che l’aggressione a un arbitro, durante o dopo una gara ufficiale, sia trattata come un reato contro un pubblico ufficiale che potrà essere punita con una pena fino a 5 anni di reclusione che possono salire a sedici anni in caso di lesioni gravi o gravissime.

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