Nico, che ha costruito una vita a Milano, torna ogni anno in Calabria non per dovere, ma per scelta. In un’epoca in cui si corre verso il futuro dimenticando il passato, rappresenta un ponte tra generazioni
Ogni estate, puntuale come il canto delle cicale e il profumo del bergamotto nell’aria, Nicola Nisticò, per tutti semplicemente Nico, lascia Milano e ritorna nella sua Cardinale, piccolo borgo delle preserre, per riaprire le porte di un luogo che ha il sapore della memoria: la storica gelateria del suo defunto padre, Giovanni Nisticò, conosciuto da tutti affettuosamente come Gianninu.
In un tempo in cui le radici sembrano affievolirsi sotto il peso della modernità e della distanza, Nico compie ogni anno un gesto controcorrente, quasi rituale. Non è solo l’apertura di una gelateria: è un atto d’amore, di malinconia e di continuità. È il suo modo per tenere viva una tradizione familiare, per onorare la figura paterna e per ritrovare, attraverso la semplicità di un cono o di una coppetta, i profumi e i sorrisi di un tempo che fu.
“Ogni volta che apro quella saracinesca, sento di riportare papà tra noi – racconta Nico –. La gelateria non era solo un’attività, era un punto di incontro per il paese. Le famiglie venivano a prendere il gelato insieme, i bambini correvano felici nella piazzetta. Era un pezzo di comunità”.
E proprio la comunità, con le sue voci e i suoi volti, è ciò che rende Cardinale speciale agli occhi di Nico. Lui, che ha costruito una vita a Milano, torna ogni anno in Calabria non per dovere, ma per scelta. Perché dentro quella gelateria ci sono i suoi ricordi d’infanzia, le estati lunghe e luminose, le mani di Gianninu che mescolavano gli ingredienti con passione, e il profumo del gelato alla nocciola che sembrava parlare al cuore.

In un’epoca in cui si corre verso il futuro dimenticando il passato, Nico Nisticò rappresenta un ponte tra generazioni. Ogni cucchiaiata di gelato è una carezza alla memoria collettiva del paese, un modo per dire che le cose vere non passano mai di moda. Che c’è ancora spazio per i luoghi che profumano di affetto, di educazione familiare, di un tempo in cui i figli crescevano sotto lo sguardo vigile e amorevole dei genitori.
E mentre le giornate d’estate scorrono pigre tra il verde dei monti e l’azzurro del cielo calabrese, a Cardinale c’è un piccolo angolo che resiste, dolce e familiare, come una poesia servita in cialda.
E lì, dietro al bancone, c’è sempre Nico. Con il sorriso di chi ha scelto di non dimenticare.