I commercianti vibonesi scrivono al sindaco Enzo Romeo un’accorata lettera riconoscendolo come loro unico interlocutore verso il quale nutrire ancora fiducia
Non c’è più la “Vibo Bella”! Non c’è più quella Vibo Valentia che con il suo Agosto Vibonese faceva dell’estate un appuntamento atteso e vissuto intensamente. Non c’è più quella città punto di riferimento di un intero territorio che, a suo tempo, la volle capoluogo di provincia riconoscendole un ruolo guida. Non c’è più quella città orgogliosa di se stessa per ciò che faceva a proponeva ed era orgoglio della Calabria intera. Non c’è più la città delle Fiere e del commercio, dei festival e del richiamo che portava in città gente da ogni dove. Non c’è più
Non c’è più!
C’è adesso una città dolente. Triste nei suoi due corsi principali – quel corso Umberto I che è storia con un suo palazzi nobiliari oggi decadenti, abbandonati e a volte transennati e quel suo corso Vittorio Emanuele che era la passeggiata tra vetrine scintillanti ed oggi è un triste cimitero di negozi chiusi e vuoti – c’è adesso adesso una città che si rimpiange e tenta una difficile sopravvivenza, tra rassegnazione e sfiducia. Soprattutto nel commercio.
Per fortuna, però, c’ anche – e meno male! – chi non accetta questa deriva. Chi si ribella e prova a reagire. Chi rifiuta la rassegnazione e tenta un slancio di fiducia, sebbene sia difficile trovarla.
Qualcuno che – finalmente! – non più autoreferenziale e autocompiacente, tenta un’impennata d’orgoglio, una reazione. Tenta di stimolare a dispetto dell’inerzia della “ammuina” (per dirla nel vecchio stile borbonico), per cui di finge di fare, si accenna un’azione, in verità solo presunta.
Sono – per fortuna, sono – i commercianti vibonesi. Loro, autonomamente, senza sigle di riferimento, senza colori, e tutti insieme, hanno sottoscritto un’accorata lettera al sindaco Enzo Romeo al grido: “Noi commercianti di Vibo Valentia non ci stiamo. Non accettiamo di restare a guardare, inermi, in silenzio, mentre il commercio di prossimità scompare, trascinando con sé l’identità culturale, le tradizioni e la vivibilità della nostra città”.





Il centro storico è al collasso – raccontano – Affitti insostenibili, bollette alle stelle, tributi comunali spropositati a fronte di servizi spesso inesistenti stanno spegnendo le nostre attività. Le strisce blu, attive mattina e sera per sei giorni su sette, rappresentano un ulteriore costo quotidiano per chi lavora e un ostacolo per i clienti, che sempre più spesso evitano il centro per paura di incorrere in una multa. Nessuna agevolazione, nessuna attenzione concreta, noi commercianti come fantasmi. Le nostre collezioni vengono svendute a saldo pur di sopravvivere, e spesso fatichiamo perfino a recuperare il solo capitale investito, credeteci una vera impresa. Viviamo nell’incertezza, in affanno costante, abbandonati da chi come le istituzioni dovrebbe tutelarci. Ci sentiamo lasciati soli, senza ascolto né risposte.
Posta questa “tragica” fotografia, si chiedono: ” E ora? Come possiamo competere con l’apertura imminente di due centri commerciali nel cuore della città? Strutture moderne, climatizzate, con parcheggi gratuiti e prezzi irrisori. Noi non abbiamo alcuna possibilità di reggere il confronto ad armi pari. Se nulla cambia, per noi resterà solo una scelta: chiudere”.
Ma ecco la reazione: “non ci arrendiamo: vogliamo lanciare un appello: Alla Vibo vera!”
“Al cambiamento! All’Amministrazione Comunale, al Sindaco Enzo Romeo, affinché mantenga le promesse fatte in campagna elettorale. Era con noi, quando protestavamo la morte del commercio locale. Era al nostro fianco e prometteva sostegno al piccolo esercente, a noi che teniamo vive le luci della città, che garantiamo socialità e sicurezza con la nostra sola presenza. Chiediamo oggi atti concreti, non parole”.
E spiegano le loro richieste: “Chiediamo di valutare interventi urgenti e strutturali per salvare ciò che resta del tessuto commerciale del centro. Chiediamo la tutela delle attività di prossimità di centro città, chiediamo il piano del commercio. L’esercente di prossimità va tutelato in quanto a rischio estinzione. Chiediamo politiche che incentivino la presenza di persone, come l’apertura di un polo universitario in centro, e non l’ennesimo centro commerciale”.
C’è ancora una Vibo Vera? Potrà tornare una Vibo Bella?
Al sindaco Romeo l’impegno, la responsabilità di rispondere… ma non con parole: con fatti!
I Commercianti Vibonesi, che hanno sottoscritto questa accorata lettera fanno una scelta precisa, rivolgendosi direttamente al sindaco riconoscendolo, evidentemente, come loro unico interlocutore verso il quale nutrono ancora fiducia. Ma, anche questa, si trasforma in una fiducia a tempo: “Siamo padri, madri, nonni, famiglie intere, che dignitosamente chiedono di essere tutelate. Chiediamo che si percorra ogni via possibile per non farci morire. In caso contrario, Sindaco Romeo – concludono amaramente – sarà ricordato come il sindaco che ha firmato la fine del commercio locale vibonese”.