L’uomo è stato rintracciato dopo una segnalazione scaturita dal sistema “Alloggiati Web”, che consente ai gestori delle strutture ricettive di comunicare alla Questura i dati degli ospiti
Nei giorni scorsi la Squadra Mobile della Questura di Vibo Valentia ha effettuato l’arresto di un uomo di nazionalità tedesca in esecuzione di un mandato d’arresto europeo emesso dall’Olanda, che si trovava in una struttura ricettiva di Zambrone Marina.
Gli investigatori hanno raggiunto la struttura segnalata e, una volta rintracciato l’uomo, lo hanno accompagnato in Questura per gli accertamenti di rito, scoprendo che doveva scontare una pena di 6 mesi di reclusione emessa dai Giudici olandesi per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti commesso in Olanda.
Pertanto, l’uomo è stato tratto in arresto e condotto alla Casa Circondariale di Vibo Valentia, a disposizione della competente Autorità Giudiziaria, in attesa della relativa estradizione.
L’arresto è stato effettuato in ottemperanza alle procedure di cooperazione internazionale tra le forze di polizia europee, nonché grazie al sistema “Alloggiati Web”, che consente ai gestori delle strutture ricettive di comunicare tempestivamente alla Questura i dati degli ospiti, in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 109 T.U.L.P.S. (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza).
L’esatto adempimento di tale obbligo da parte del titolare della struttura ha infatti consentito agli operatori della Squadra Mobile di rintracciare velocemente l’uomo, assicurandolo così alla giustizia.
Tale applicativo, attraverso una segnalazione alla Sala Operativa, consente la registrazione di tutte le persone presenti sul territorio, anche per brevi periodi, nonché di rilevare la presenza di soggetti destinatari di provvedimenti di carattere amministrativo o penale, sempre in un’ottica di tutela della sicurezza.
Si richiama, pertanto, l’attenzione dei gestori delle strutture alberghiere e ricettive, anche di tipo privato, al rispetto degli obblighi previsti dalla normativa, la cui inosservanza potrebbe comportare sanzioni amministrative e, in alcuni casi, anche penali, se collegate ad attività sospette.