L’appuntamento di questo pomeriggio al Tiffany in memoria di Jole Santelli, figura pubblica e umana di grande spessore
Igor Colombo, con Il seme di Jaia, offre molto più di un semplice libro: regala un atto d’amore, un gesto di memoria, un seme di speranza.
Dedicato a Jole Santelli, figura pubblica e umana di grande spessore, questo libro si muove tra i ricordi e la presenza, tra l’assenza fisica e la forza spirituale che continua a germogliare nei cuori di chi resta.
Ma non è un libro che celebra la morte. Non è un canto funebre, non è una resa alla malinconia. È, piuttosto, un inno alla vita. Una vita piena, vissuta con intensità, con coraggio, con la voglia di lasciare un segno anche quando il tempo sembra fuggire troppo in fretta. È un libro che ci ricorda che le persone che abbiamo amato e che non possiamo più vedere o abbracciare, non smettono di vivere. Continuano a farlo nei gesti, nei valori, negli esempi che ci hanno lasciato. Come semi piantati nel terreno della nostra coscienza, germogliano ogni volta che scegliamo la gentilezza, ogni volta che lottiamo per ciò in cui crediamo, ogni volta che, nonostante tutto, scegliamo di amare.

Colombo invita a non lasciarsi ingabbiare dalla paura della fine. La vita non va vissuta come una corsa verso un traguardo inevitabile. Va abitata, giorno per giorno, con uno sguardo che sa cogliere la bellezza, con il cuore aperto a ciò che ci attende. Il seme di Jaia è, in questo senso, una guida poetica e umana che suggerisce di non restare prigionieri del lutto o dell’ansia del futuro, ma di piantare oggi i semi della speranza, della dignità, dell’amore.
In un’epoca in cui spesso si rincorre l’apparenza, la superficialità, il rumore, questo libro è un invito al silenzio fertile della riflessione. Parla di una donna, Jole, ma parla a tutti noi. Perché tutti, prima o poi, ci confrontiamo con la perdita. Ma non tutti sappiamo trasformarla in luce. Igor Colombo ci mostra che è possibile. E che il senso del nostro passaggio sulla terra non è nella durata, ma nella profondità. Non in ciò che finisce, ma in ciò che germoglia e resta.
E allora, Il seme di Jaia non è solo una dedica. È un testimone che passa di mano in mano. A noi la scelta di accoglierlo e farlo fiorire.