Pur essendo un gesto rischioso, Occhiuto fa mostra della sua volontà di mettere in campo tutte le proprie risorse e di affrontare le sfide con audacia: è un segnale di forza
di Maurizio Bonanno
Proprio come un giocatore di baccarat che, con una mossa a sorpresa, rompe le aspettative del banco e ribalta le sorti del gioco, così Roberto Occhiuto ha colto tutti di sorpresa con un’azione decisa e inaspettata.
Il Governatore della Calabria, come un esperto frequentatore di casinò ha capito che questo era il momento di ribaltare sul campo tutte le carte e fare la mossa che nessuno si aspetta, per cambiare le cose e ottenere il risultato che lui vuole. Un ragionamento del tipo: “Non lasciamo che siano gli altri a decidere il nostro destino: è ora di sorprendere e vincere, di nuovo”!
Si sa, il baccarat è un gioco d’azzardo che si gioca tra un mazziere-banchiere e un certo numero di giocatori disposti in due gruppi (tableau) alla sua destra e alla sua sinistra. Soltanto due prendono parte attiva al gioco, mentre gli altri si limitano a effettuare puntate. Scopo del gioco è realizzare 9 punti o avvicinarsi il più possibile a questo punteggio. Il banchiere ritira le poste puntate se il tableau ha un numero di punti inferiore al suo; paga, se i punti sono superiori; impatta, se i punti sono uguali.
la partita di baccarat in Calabria stava andando in un certo modo secondo le carte distribuite dal mazziere-governatore, ma…
Il quadro della situazione era ormai cambiato: il ruolo di mazziere-banchiere era stato assunto dalle inchieste della magistratura ed i tableau di destra e di sinistra erano apparsi spaesati pronti a fare le loro puntate non più sicuri che uno dei due giocatori (divenuto nel frattempo Occhiuto, costretto a cedere il banco) fosse più in grado di reggere le giocate.
Ed ecco, allora la mossa del giocatore di esperienza, che sa come vivere e sopravvivere in un salone di casinò, che deve essere disposto anche a sfidare innanzitutto se stesso – e, ovviamente e soprattutto, quei giocatori del lato del suo tableau che sono chiamati a caricare sulle sue puntate – con un approccio deciso e coraggioso, che invita a uscire dagli schemi e a sorprendere tutti con azioni inaspettate.
La via di comunicazione, com’è nel suo stile, è stata quella dei social: «Ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi, ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire. Tra qualche settimana, quindi, si andrà a votare, e saranno i calabresi a decidere il futuro della Calabria, non altri». È l’annuncio.
E continua nel video: «Ma perché quando qualcuno cerca di fare qualcosa di buono in questa Regione, tanti altri – che godono solo per il fallimento della Calabria – vorrebbero fermarlo? È quello che sta succedendo oggi in Calabria. Ho deciso di portarvi qui, di farvi vedere questo cantiere, il cantiere della metropolitana di Catanzaro. Ma avrei potuto portarvi in tanti altri luoghi della Calabria – a Sibari, nell’ospedale della Sibaritide; a Vibo, nell’ospedale di Vibo; a Palmi; nei cantieri degli aeroporti; in quelli della SS106 – per farvi vedere quante opere si stanno realizzando e quante opere oggi si vorrebbero fermare.
Chi vorrebbe fermarle, la magistratura? No, io non ce l’ho con la magistratura. Non cambio idea: ho sempre detto che in una Regione complicata come la Calabria i magistrati devono fare il loro lavoro serenamente. D’altra parte, io ho chiarito ogni cosa, non ho nulla da temere dall’inchiesta giudiziaria.
Sapete con chi ce l’ho? Ce l’ho con tutti questi politici di secondo piano, tutti questi che in politica non hanno mai realizzato nulla per la Calabria in tanti anni. Ce l’ho con questi odiatori, con queste persone arrabbiate con la vita, che tifano per il fallimento della Calabria, che quasi sono contenti quando si parla male della Calabria. Ce l’ho con questi che utilizzano l’inchiesta giudiziaria come una clava per indebolire o per uccidere politicamente il presidente della Regione: non sarà così.
Però devo considerare anche quello che sta succedendo nella mia amministrazione. Guardate, io penso che in un Paese civile nessuno debba dimettersi perché riceve un avviso di garanzia, nessuno. Però nella mia amministrazione oggi sta succedendo che è tutto bloccato: nessuno si assume la responsabilità di firmare niente, tutti pensano che questa esperienza sia come quelle precedenti. Negli ultimi 30 anni in Calabria nell’ultimo anno o nell’ultimo anno e mezzo di legislatura i presidenti venivano coinvolti in un’inchiesta giudiziaria, poi magari venivano archiviati, finiva tutto quanto in niente, però venivano decapitati politicamente, e si fermava la legislatura. Anzi, per un anno si parlava soltanto di questo.
La Calabria non se lo può consentire. La Calabria ha avviato un percorso che finalmente la sta facendo diventare una Regione che non è più in ginocchio rispetto alle altre Regioni d’Italia.
E allora ho deciso di dimettermi, ma ho deciso anche di ricandidarmi, ho deciso di dire ai calabresi: siate voi a scrivere il futuro della Calabria, siate voi a dire se la Calabria si deve fermare o se questo lavoro deve proseguire».
Quando a metà giugno Occhiuto, che è anche vice segretario nazionale di Forza Italia è stato raggiunto dall’avviso di garanzia per corruzione, ha chiesto, attraverso i suoi legali, di essere immediatamente interrogato dai magistrati.
Evidentemente non è bastato. Ed allora, la mossa a sorpresa.
Questa mentalità dimostra determinazione e fiducia nelle proprie capacità, elementi fondamentali per cambiare le sorti di una situazione. Pur essendo un gesto rischioso, Occhiuto fa mostra della sua volontà di mettere in campo tutte le proprie risorse e di affrontare le sfide con audacia: è sicuramente un segnale di forza e di leadership. È un esempio di come, a volte, bisogna osare per ottenere risultati straordinari.