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Dimissioni Occhiuto, Lo Schiavo (SI): «Regole istituzionali calpestate. Basta con la politica da reality show»

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L’opinione del consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Sinistra Italiana in un post sul suo profilo facebook

«C’è qualcosa di davvero grave in quello che sta accadendo in Calabria. Non bastava essere ultimi in Europa per disoccupazione, avere il sistema sanitario regionale più in difficoltà d’Italia, vedere intere comunità scomparire nell’indifferenza, non riuscire a spendere le risorse europee che potrebbero cambiare il destino di questa terra. Non bastava tutto questo».

È quanto scrive in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Sinistra Italiana, in relazione alle ultime vicende politiche che hanno visto l’annuncio delle dimissioni e la contestuale ricandidatura da parte del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto.

«Ora – aggiunge Lo Schiavo – dobbiamo anche assistere alla trasformazione della Calabria in una repubblica sudamericana delle banane, dove ci si appella direttamente via social al “popolo”, dove si calpestano le istituzioni democratiche, dove ogni regola di sobrietà istituzionale viene sacrificata sull’altare di giocatori d’azzardo travestiti da statisti. Cosa importa del rispetto delle istituzioni? Oggi bisogna trasformare un’inchiesta giudiziaria in un referendum popolare dove i magistrati devono rispondere al “Tribunale del popolo”. Dove un governatore indagato si dimette e si ricandida immediatamente come se fosse in un reality show. E mentre la Regione va in tilt amministrativo – in una fase delicatissima con miliardi del Pnrr a rischio – si continuano a pubblicare video motivazionali come un qualunque life coach farebbe su TikTok. Video urlati senza però dire niente».

«La verità è semplice e amara: questa non è politica, è spettacolo. Questo non è coraggio, è populismo alla Papeete. La Calabria merita altro. Ha bisogno di persone serie ed equilibrate che non perdano il senso della ragione di fronte alle difficoltà. Che non urlano ma ascoltano. Che non pensano alle istituzioni democratiche come optional o ostacoli da aggirare quando diventano scomode. La politica non è un reality show. È responsabilità. È futuro. È tutto quello che questo spettacolo non è».

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