All’indomani dell’ultima riunione del Tavolo tecnico, il Portavoce del Terzo Settore scrive una “lettera aperta” indirizzata alla Conferenza dei Sindaci ed ai Responsabili ASP di Vibo Valentia
“Apprendo dagli organi di stampa della riunione del tavolo tecnico sulla Sanità vibonese tenutasi a cui non siamo stati, come altri stakeholders, invitati”.
Esordisce così il Portavoce del Terzo Settore della provincia di Vibo Valentia, Giuseppe Conocchiella all’indomani dell’ultima riunione del Tavolo tecnico durante la quale è stata presentata la bozza del nuovo Piano di Zona della sanità vibonese.
Conocchiella parte innanzitutto da una premessa necessaria per capire il senso del suo intervento: “Il Piano di Zona nasce come risposta normativa a livello nazionale con la Legge 328/2000, che ha introdotto la necessità di un sistema integrato di interventi e servizi sociali e sociosanitari. È un documento ufficiale che pianifica, su base locale e territoriale (solitamente il distretto sanitario), gli interventi e le risorse necessarie per assicurare una rete organica di servizi sociali e sanitari integrati. Questa rete include enti pubblici (Comuni, Aziende Sanitarie), enti del terzo settore, cooperative sociali, associazioni di volontariato e altre realtà coinvolte nel welfare locale”.
Dopo aver ricordato la filosofia con cui si è arrivati a normare il Piano di Zona, il portavoce del Terzo Settore va dritto nell’individuare il “peccato originale” di questo documento: “In qualità di portavoce del Forum del Terzo Settore della provincia di Vibo Valentia ho appreso con stupore, rammarico e vivo rincrescimento che ancora si svolgono tavoli tecnici (incontri istituzionali) per la co-programmazione e definizione dei Piani di Zona Sociali e Sociosanitari in assenza dei principali e più rappresentativi stakeholders del territorio, come per altro chiaramente definiti dalle leggi nazionali e regionali in materia di pianificazione dei bisogni territoriali e delle risposte da dare”.
“Mi permetto di rammentare ancora una volta – evidenzia Giuseppe Conocchiella – ai soggetti apicali della programmazione territoriale, Assemblea/Conferenza dei Sindaci e ASP, come già da me esplicitato nell’ultimo incontro al Presidente e alla Conferenza dei Sindaci, tenutosi presso il municipio della città capoluogo di provincia l’11 giugno scorso, che la legge nazionale 328/2000 e la regionale 23/2003 definiscono in modo inequivocabile chi sono i soggetti responsabili dell’elaborazione e condivisione dei piani di zona e che devono essere partecipi al tavolo tecnico di programmazione e pianificazione dei servizi. In modo più specifico la L.R. 23/2003 recita: “il Terzo Settore, di cui all’art. 14, comma 1, è coinvolto attivamente e partecipa al processo di programmazione, attuazione, gestione, monitoraggio e valutazione del Piano di Zona”.
“Già nelle annualità precedenti la Consulta dei Sindaci della provincia ha agito al fine di potenziare le relazioni in essere con gli altri enti territoriali attori del welfare, favorendo il dialogo e la programmazione di interventi a favore delle famiglie più fragili. Perché non continuare nella collaborazione nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità rispettive?”.
“A comune beneficio, rammento a tutti noi – aggiunge – che il rafforzamento del welfare di comunità come modello di produzione di servizi e come modalità di intervento, ha messo dal 2016 ancora di più al centro del sistema il Terzo Settore, il suo ruolo di attivatore, produttore di servizi e quindi attore centrale della rete”.
Tutto ciò chiarito, Giuseppe Conocchiella mantenendo il suo compito di frontman degli enti del Terzo Settore, si rivolge direttamente ai protagonisti del Tavolo Tecnico: “Per quanto fin qui sommariamente esposto, chiedo al Presidente e alla Conferenza dei Sindaci e ai rappresentanti dell’ASP vibonese il rispetto di conseguenza del D.lgs. 3 luglio 2017, n.117 – Codice del terzo settore, che stabilisce che le amministrazioni pubbliche, “nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione e di organizzazione a livello territoriale degli interventi e dei servizi nei settori di attività di cui all’art. 5, assicurano il coinvolgimento attivo degli enti del TS, attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione”.
Eppure, Conocchiella non intende sfruttare l’occasione per innescare un’altra, solita, annosa polemica, tutt’altro… Lascia la porta aperta al dialogo: “Con spirito di servizio e per il bene generale, resto a disposizione per eventuali chiarimenti, se non sufficientemente esposte le motivazioni di questa mia lettera aperta, per ciò che concerne l’azione sussidiaria del Forum del Terzo Settore e del Centro Servizi per il Volontariato Calabria Centro sede operativa di Vibo Valentia che da anni svolgono per la crescita del volontariato e del terzo settore vibonese in supplenza delle carenze degli enti e dei finanziamenti dello Stato”.
Insomma, sarà certamente bene ed opportuno che si agisca finalmente con azioni concrete, ma questo non può giustificare errori di metodo e certe “dimenticanze” che aprono una falla addirittura prima che si cominci: una partenza sbagliata non è un buon segnale, ma… la disponibilità offerta deve essere l’occasione per intervenire in tempo ed evitare l’errore.