…e poi c’è da decidere che tipo di coalizione sarà: campo largo? campo larghissimo? centrosinistra moderato? sinistra pura?
Che la “smazzata” di Roberto Occhiuto abbia colto di sorpresa la politica calabrese in generale è cosa certa. Così come è certo che il centrodestra si sfrega le mani, perché il suo candidato ce l’ha essendo costretto a riproporre il nome di Roberto Occhiuto. Così come è certo che il centrosinistra è al momento appare spaesato, disorientato, confuso.
Innanzitutto, il primo rebus da risolvere è la coalizione: campo largo? Campo larghissimo? Centrosinistra diviso? E i moderati centristi dove andranno? Con chi? Sarà un centrosinistra moderato? Ci sarà solo una sinistra pura?
In attesa di una risposta, si passa nel frattempo alla scelta del candidato da contrapporre a Roberto Occhiuto.
Qui la situazione è tragicomica: surreale, grottesca, nemmeno avessero richiamato dall’al di là il buon Ionesco a suggerire la trama.
Al momento, infatti, si sta consumando un doppio gioco tra papabili reali e proposte di candidature impossibili. Impossibili, improponibili, ma gettati nella mischia con tale serietà e solennità da suscitare legittimi dubbi; ci sono o ci fanno?
E così che spunta il nome di Nicola Gratteri, “il felice procuratore di Napoli” come lui stesso si è definito, nel mentre respinge l’idea di essere un candidato, ma lo fa rinunciando a quel senso di risolutivo e/o definitivo che non sbatte le porte ma le appoggia socchiuse. In verità, Gratteri è un nome che da sempre è piaciuto e piace ai pentastellati, sebbene i sussurri stavolta lo posizionino in quota PD con tanta veridicità da far sbottare l’ex governatore Mario Oliverio che all’idea si ribella, denuncia il rischio di una deriva giustizialista del suo partito e si lascia intervistare dal Foglio, trovando qui comodo asilo per i suoi strali anti-Gratteri.
Un altro candidato impossibile – un non-candidato – lo propongono nientemeno che Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Il tandem della sinistra-sinistra, dopo aver acquisito in Calabria il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo fanno sapere che accetterebbero volentieri di mettere la loro casacca al competitor di Roberto Occhiuto. Lo fanno sapere, ma poi che fanno? Propongono la candidatura di Mimmo Lucano: una mossa ad effetto, dicono. E che effetto!
Perché la domanda inziale – ci sono o ci fanno? – balza prepotente, i due parlamentari di lungo corso non possono non sapere che su Lucano incombe un problema; è incandidabile. Lo è per legge. Lo dice l’articolo 7 del decreto legislativo del 1 dicembre 2012, n. 235, meglio noto come Legge Severino, che vieta la candidatura a chi ha subito condanne definitive per reati commessi con abuso dei poteri o violazione dei doveri pubblici, anche se la pena inflitta supera appena i sei mesi. E su Lucano incombe una condanna definitiva. E allora, qual è il valore della candidatura di Mimmo Lucano?
E poi, c’è Alecci. Il già sindaco di Soverato Ernesto Alecci, che da tempo aveva avviato una trama complessa alla conquista dei territori, un lavoro programmato sui tempi lunghi, che adesso Occhiuto ha mandato per aria stringendo i tempi così tanto che di tempo non ce n’è più.
Il Manifesto, l’autorevole quotidiano della sinistra, si scomoda per sponsorizzare Santo Gioffré, il medico-scrittore, l’intellettuale prestato alla politica, eroe di una sanità sana che ha messo in pericolo se stesso pur di scoperchiare quel pentolone in perenne ebollizione stracarico di intrugli che è la sanità calabrese.
E Nicola Irto? E Pasquale Tridico?
Lui sì, Tridico il padre del “reddito di cittadinanza”, attuale europarlamentare pentastellato, potrebbe essere il candidato con maggiori chance, ma…
È un nome da “campo largo”, ma non larghissimo. Perché ai moderati centristi non è proprio gradito. E Italia Viva stavolta vuole essere della partita. E allora che si fa? Come si fa?
E Azione? Calenda è sceso in Calabria giusto pochi giorni fa tirando fuori il suo gruppo con i consiglieri De Nisi e Graziano, dalla scia di Occhiuto, giusto alla vigilia della “smazzata” del Governatore. Giusta scelta di tempo, ma sufficiente per prende casa nel centrosinistra calabrese?
Nel campo larghissimo del centrosinistra calabrese c’è posto per Azione, che fino a ieri in Calabria stava con Occhiuto?
Oppure, c’è ancora la possibilità di restare da questa parte, malgrado la netta chiusura del coordinatore forzista Cannizzaro, accettando l’occhiolino di Occhiuto che ecumenicamente predica le virtù del perdono?
Intanto,stabilito chi non sarà il candidato a sinistra, adesso si dovrebbe cominciare a pensare a chi chiedere il sacrificio di sfidare Roberto Occhiuto.
C’è un “figlio d’arte”, il sindaco uscente di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Chissà!