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Bivona, il paradiso perduto: una vergogna che non si può più ignorare

È ora che le autorità si sveglino e prendano provvedimenti concreti. Bivona merita di meglio. È ora di agire, prima che sia troppo tardi

In questi giorni di agosto, Bivona, la frazione di Vibo Valentia che con le sue case a mare dovrebbe essere la residenza estiva dei vibonesi, si è trasformata in un vero e proprio incubo. La situazione è insostenibile: un odore nauseabondo che invade i quartieri, un mare sporco e invaso da liquami, e una spiaggia che sembra più un campo di battaglia che un luogo di relax. È una vergogna che nessuno può più tollerare.

Vivere a Bivona in queste condizioni è diventato impossibile. I residenti sono furiosi, esasperati da una situazione che si trascina da troppo tempo senza che nessuno faccia nulla per risolverla. La puzza è così forte da rendere difficile respirare, e il mare, un tempo simbolo di bellezza e libertà, è ormai un ricordo lontano. Liquami e rifiuti invadono le spiagge, rendendo impossibile godersi il mare e la natura.

È inaccettabile che in un’area così bella e strategica si sia arrivati a questo punto. I turisti, che potrebbero portare nuova linfa e speranza, scappano via in fretta, scoraggiati da una situazione che sembra senza via d’uscita. Ma il vero dramma sono i residenti, che ogni giorno devono convivere con questa emergenza sanitaria e ambientale, senza che le istituzioni facciano abbastanza per intervenire.

Bivona merita di meglio. Merita di essere rispettata, tutelata e valorizzata. È ora che le autorità si sveglino e prendano provvedimenti concreti per ripulire il mare, bonificare le spiagge e risanare questa che potrebbe essere una meravigliosa frazione, delle Marinate. Non si può più permettere che il mare e le case diventino discariche a cielo aperto. È una questione di dignità, di rispetto per chi ci vive e per chi vorrebbe semplicemente godersi un’estate in pace.

Bivona merita di tornare ad essere il gioiello che era un tempo, non una discarica a cielo aperto. È ora di agire, prima che sia troppo tardi.

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