La sagra aramonese ha regalato momenti di convivialità genuina: tra piatti ricchi e sapori antichi, il gusto è diventato un altro linguaggio della memoria
Il Tamburello Festival ha raggiunto la sua diciottesima edizione, un traguardo importante che segna la sua definitiva maturità, ma anche la capacità – ancora intatta – di emozionare, coinvolgere e unire.
A colpire, oltre al ricco programma artistico, è stato il clima autentico di festa: sereno, intimo, familiare. Un’atmosfera fatta di sorrisi sinceri, strette di mano, sguardi complici tra chi condivide – ogni anno – la gioia di un evento che è molto più di un semplice festival. È un rituale collettivo, una celebrazione delle radici e dell’anima di una comunità.
Tutto ha funzionato con precisione e armonia: dall’organizzazione logistica alla qualità degli spettacoli.
La Fanfara Fiorita ha aperto la rassegna con un’esplosione di suoni legati alla tradizione del Poro. Jonicca ha condotto il pubblico in un viaggio sonoro tra le voci e le musiche dell’area jonica e reggina. Poi, l’energia travolgente de I Giamberini ha fatto ballare la piazza per quasi due ore, in un crescendo di entusiasmo che ha unito generazioni diverse nel segno della musica popolare.



Emozioni anche per i più piccoli (e non solo) con il teatro di strada di Mr. Sardella Show, la creatività di Pablo con i suoi palloncini e la suggestiva presenza dei Giganti Mata e Grifone, simboli eterni di mito e identità.

La sagra aramonese ha regalato momenti di convivialità genuina: tra piatti ricchi e sapori antichi, il gusto è diventato un altro linguaggio della memoria.
Il Festival è stato promosso dall’Associazione Aramoni, guidata da Anna Collia, con il patrocinio del GAL Terre Vibonesi e del Comune di Zambrone.
Proprio Anna Collia ha voluto ringraziare pubblicamente tutti coloro che, con passione e dedizione, hanno reso possibile la buona riuscita dell’evento.

Il sindaco di Zambrone ha espresso il proprio orgoglio per questo importante traguardo, sottolineando come il Tamburello Festival rappresenti oggi una delle espressioni più autentiche dell’identità culturale del territorio. Doveroso ringraziare: la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile e gli operatori turistici, in particolar modo l’associazione Azitur che hanno assicurato un sostegno concreto e fondamentale alla buona riuscita dell’evento
Diciotto edizioni, migliaia di battiti di tamburello, infiniti battiti di cuore. Perché ogni volta che il festival torna, è come tornare a casa.