Aveva 91 anni. Già deciso chi raccoglierà la sua eredità: la nipote Silvana Armani e il compagno e braccio destro Leo Dell’Orco
«Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore. Il signor Armani, come è sempre stato chiamato con rispetto e ammirazione da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni».
Così l’annuncio ufficiale da parte del Gruppo del quale era a capo.
Alcune settimane fa, poco prima del 91esimo compleanno, una infezione polmonare lo aveva costretto a un ricovero e a una convalescenza nella sua casa in via Borgonuovo, a Milano, spingendolo a non presenziare – un caso rarissimo – alla sfilata della sua collezione di giugno. Comunque, non si era fermato: è di pochi giorni fa il comunicato con cui ufficializzava di avere acquisito «La Capannina», con un gesto che aveva definito «affettivo, un ritorno alle origini». Ed ancora, qualche giorno fa aveva voluto controllare e approvare tutti i look della collezione dei 50 anni, quella che sfilerà nella prossima fashion week, a settembre.

Era nato a Piacenza l’11 luglio del 1934. Terzo figlio di tre. Il più piccolo, il più bello, il più coccolato da una madre, Maria, che gli trasmise tutta la classe e il gusto sofisticato nello stile. Dopo la guerra il trasferimento a Milano. Era il 1953, tre anni di università: poi la decisione di partire per il militare, un ritorno nelle aule della Statale, ma non era il suo mondo: scelse di andare a lavorare alla Rinascente. Era il 1957. La moda, nella famiglia Armani, era entrata con sua sorella Rosanna, modella. Lui, Giorgio, comincia dalle vetrine. Nino Cerruti – passando casualmente – si accorse che quegli allestimenti su corso Vittorio Emanuele erano di un sofisticato senza precedenti. Era il 1964 quando gli affida una linea di abbigliamento.

La moda divenne la vita di quest’uomo bellissimo, che l’anno prima aveva conosciuto Sergio Galeotti, un giovane intraprendente come lui: nacque questa coppia praticamente perfetta: il manager e il creativo. E nel 1975 nasce la Giorgio Armani.
L’arrivo a Hollywood nel 1980 per disegnare gli abiti del suo «American gigolò», indossati da Richard Gere. Nel 1982, la copertina di Time. Da questo momento è un crescendo: Emporio Armani, i profumi, la casa, il beauty, gli hotels, Ea7, i film, i libri, le mostre, gli occhiali, il Silos, l’alta moda Privé, i palazzi, le barche e le sue bellissime dimore. Un impero con al centro sempre la sua visione: «Lo stile – diceva – è eleganza, non stravaganza. L’importanza è non farsi notare, ma ricordare».
Conosceva la Costa degli Dei, perché per molti anni faceva una tappa (probabilmente lungo il percorso che lo portava alla sua villa a Pantelleria) tra Vibo MArina e Capo Vaticano con il suo yacht, il Main, uno degli yacht più lussuosi ed eleganti al mondo.
Già deciso chi raccoglierà la sua eredità, una decisione presa personalmente da lui: la nipote Silvana Armani e il compagno e braccio destro Leo Dell’Orco.
La camera ardente sarà allestita a partire da sabato 6 settembre e sarà visitabile fino a domenica 7 settembre, dalle ore 9 alle ore 18, a Milano, in via Bergognone 59, presso l’Armani/Teatro. Per espressa volontà del signor Armani, i funerali si svolgeranno in forma privata.










