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Pervigilium Veneris, l’inno alla bellezza e all’amore di Lorenzo Meligrana

&NewLine;<p><strong><em>Il libro&comma; dedicato ad uno uno tra i carmi più belli della morente letteratura latina pagana&comma; è stato recentemente pubblicato dalla Meligrana Editore<&sol;em><&sol;strong><&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<&excl;--more-->&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il&nbsp&semi;<em>Pervigilium Veneris<&sol;em>&comma; uno tra i carmi più belli della morente letteratura latina pagana&comma; è composto da 93 versi ed è incentrato sulla figura di Venere&comma; dea della passione amorosa e della bellezza&comma; la sola e vera regina del creato&comma; colei che dispensa fecondità e fertilità a tutti gli esseri che vivono sulla Terra&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nel&nbsp&semi;<em>Pervigilium Veneris<&sol;em>&comma; Venere non è solo una figura mitologica&comma; ma soprattutto un’idea che vive dentro ciascuno di noi&colon; essa è il simbolo dell’amore &OpenCurlyDoubleQuote;che move il sole e l’altre stelle” &lpar;per dirla con Dante&rpar;&semi; è la forza alimentatrice del Creato&comma; che riempie di sè&comma; dà la vita alla Terra popolandola di uomini&comma; di animali&comma; di piante e di uccelli&comma; i primi a dar segno di amore&semi; è l’espressione delle forze ancestrali della Natura la quale viene rappresentata in tutta la sua bellezza attraverso la descrizione della primavera che splende di canti&comma; di gemme e di fiori&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Nel carme&comma; Venere è anche rappresentata come la divinità&nbsp&semi;<em>Aeneadum genetrix<&sol;em>&comma; la dea che&nbsp&semi;<em>troianos nepotes in latinos transtulit<&sol;em>&nbsp&semi;e che diventa la capostipite della&nbsp&semi;<em>gens Iulia<&sol;em>&comma; la fondatrice della famiglia imperiale e&comma; soprattutto&comma; la madre dei discendenti di Enea&comma; vale a dire dei Romani&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<figure class&equals;"wp-block-image size-full"><img src&equals;"https&colon;&sol;&sol;vivipress&period;com&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2025&sol;09&sol;pervigilium-veneris&period;jpg" alt&equals;"" class&equals;"wp-image-44387"&sol;><&sol;figure>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>Il&nbsp&semi;<em>Pervigilium Veneris<&sol;em>&nbsp&semi;è una riproposizione in chiave poetico-letterario di una festa notturna in onore di Venere&colon; la cerimonia si apre con l’ordine&comma; imposto dalla dea alle Ninfe&comma; di recarsi nel sacro bosco di mirto dove ad attenderle vi è il dio Amore&comma; nudo e senz’armi&comma; con l’invito a lasciarsi andare e a godersi le gioie dell’amore &lpar;non poche&comma; infatti&comma; sono le allusioni erotico-sensuali sapientemente utilizzate dall’ignoto autore del carme per creare una costante atmosfera di passionale sensualità&rpar;&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>In questa festa&comma; che si svolge per tre notti consecutive&comma; sono presenti&comma; oltre alle Grazie&comma; anche Cerere&comma; Bacco e Apollo ma non c’è assolutamente posto per la pudica Delia &lpar;Diana&rpar; la quale potrebbe rimanere sconvolta dai &OpenCurlyDoubleQuote;balli e canti” dei partecipanti&semi; tra Venere e Diana&comma; infatti&comma; esiste un’antitesi inconciliabile&comma; presentandosi le due divinità come simbolo&comma; rispettivamente&comma; dell’amore e della castità&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’invito a partecipare alla festa e a festeggiare la primavera è infine rivolto anche agli animali&comma; soprattutto agli uccelli canori&comma; rispetto ai quali il canto &OpenCurlyDoubleQuote;rauco” dei cigni&comma; che appare in contrasto con le voci gioiose della primavera&comma; fa da cornice alla descrizione della triste storia di Tereo e delle mitiche figlie di Pandione &lpar;Procne e Filomela&rpar;&period;<&sol;p>&NewLine;&NewLine;&NewLine;&NewLine;<p>L’inno si chiude con una nota malinconica&comma; con un improvviso cambio di tono e con l’inaspettata irruzione dell’io poetico&comma; come a voler rappresentare un sogno bruscamente interrotto col conseguente rientro nella realtà&colon; un finale davvero inatteso ma in linea con quell’aura di ambiguità e di irrisolta ambivalenza che aleggia su buona parte del carme&period;<&sol;p>&NewLine;

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