Riflessioni sulle pagine del Vangelo di domenica 5 ottobre
di Mons. Giuseppe Fiorillo
Carissime, carissimi,
con questa pagina del Vangelo di Luca di questa 27ª domenica del tempo ordinario siamo sempre con Gesù in cammino verso Gerusalemme. Accogliamo il testo che ci presenta oggi due realtà inseparabili dell’esperienza cristiana :la Fede ed il Servizio.
“In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potresti dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: “vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto:” Prepara da mangiare, stringiti la veste ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto, tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». (Luca. 17,5-10).
Questa pericope ha bisogno di essere letta nel contesto…
Gli Apostoli si trovano dinanzi agli annunzi radicali di Gesù: quello di non scadenzare i piccoli (Luca 17,1-3) e quello di perdonare, fino a 70 volte 7, chi si pente e chiede perdono (Luca 17,4-5). Ed ecco la reazione smarrita degli Apostoli: “Signore accresci la nostra fede”. E Gesù, a loro sostegno, parte dal poco, dal piccolo, dal seme di senape che, tra le pieghe del palmo della mano, si perde… eppure “pur essendo il più piccolo fra tutti i semi, una volta cresciuto, è il più grande fra tutti i legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano tra i suoi rami” (Matteo 13, 32).
La fede non è tanto credere a dogmi imposti da una religione, quanto adesione del cuore, della mente, di tutta l’esistenza… al messaggio di una Persona, di Gesù. Fede è vivere, con piena fiducia, ogni cosa in relazione a Lui. Fede è partire dal poco, dal granello di senape che, tuttavia, contiene tutte le potenzialità per divenire un albero. Fede è partire da un “sì”.
Il sì di Maria di Nazareth che, in umiltà di cuore e semplicità vita, accoglie la vita di un Altro che ha bisogno di lei per “abitare in mezzo a noi”( Giovanni 1,14). La fede del nostro “sì” all’accoglienza, alla fraternità, alla condivisione di gioie e dolori, aiuta questo mondo, che parla il linguaggio del profitto, ad imparare la lingua del dono; accompagna questo mondo, che percorre strade di guerra, ad imboccare le mulattiere della pace.
Fede e servizio vivono assieme o muoiono assieme: “la fede senza le opere è morta” (Giacomo 2,26). Le opere, intese come servizio, hanno volto di donne che, per amore, si annullano dietro una totale donazione alla famiglia, ai figli; di missionari che, nel mondo, strappano persone alla miseria, alle guerre, alle violenze; di ragazzi e ragazze che vivono il loro tempo libero impegnati nella creazione di un mondo più pulito fisicamente e moralmente.
Sono queste persone i “servi” inutili del Vangelo. “Akreioi”, dalla radice greca, cioè, senza salario, senza pretese, senza rivendicazioni, senza secondi fini. Servi inutili perché praticano un lavoro che non entra nella logica del dare/avere, ma in quella del dono gratuito, vivendo, così, le cose che amano “con piccoli granelli di fede”. Servi inutili perché riescono a vedere un ramo di mandorlo fiorito in pieno inverno e mostrarlo, con gioia, agli altri. Servi inutili perché nel presente, impastato di macerie e morte a Gaza, in Ucraina, nel Sud Sudan ed in cento e mille altri luoghi di pena, piantano germi di futuro ,di pace, di convivialità.
Buona domenica con Rumi (mistico musulmano del XIII secolo dopo Cristo): “Noi siamo i flauti, ma il soffio è tuo, Signore”.
Don Giuseppe