<p><strong><em>5 persone sono ritenute responsabili di sfruttamento di lavoratori stranieri, lesioni personali colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro e subappalto non autorizzato</em></strong></p>



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<amp-youtube layout="responsive" width="500" height="281" data-videoid="kfgrot1_n50" title="Caporalato e appalti pubblici, eseguite perquisizioni anche a Cosenza"><a placeholder href="https://youtu.be/kfgrot1_n50"><img src="https://i.ytimg.com/vi/kfgrot1_n50/hqdefault.jpg" layout="fill" object-fit="cover" alt="Caporalato e appalti pubblici, eseguite perquisizioni anche a Cosenza"></a></amp-youtube>
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<p>Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria Biella, con la collaborazione di altri Reparti del Corpo delle province di Torino, Vercelli, Genova, Rovigo, Bologna, Macerata, Napoli, Caserta, Potenza e Cosenza ha dato esecuzione ad un provvedimento per ben 18 perquisizione nei confronti di 5 persone ritenute responsabili a vario titolo di sfruttamento di lavoratori stranieri, lesioni personali colpose aggravate dalla violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro e subappalto non autorizzato.</p>



<p>Tale provvedimento, denominato “Stella verde”, è scaturito da un incidente sul lavoro occorso ad un operaio di origine maghrebina che, nel dicembre 2024, aveva avuto la subamputazione di un dito della mano durante l’utilizzo di un martello pneumatico, e quindi aveva deciso di rivolgersi alle Fiamme Gialle biellesi per denunciare le inique condizioni di lavoro a cui lui e diversi suoi connazionali erano sottoposti nel cantiere per la manutenzione della diga dell’Ingagna di Mongrando.</p>



<p>Le indagini che ne sono scaturite, non solo hanno accertato l’esatta dinamica dell’incidente, ma hanno anche permesso di ipotizzare il reato di caporalato nei confronti delle 5 persone, poiché diversi cittadini stranieri in stato di bisogno, muniti di regolare permesso di soggiorno, sarebbero stati costretti a lavorare con turni prolungati ben oltre i limiti fissati dai contratti collettivi, senza poter fruire di pause, giorni di riposo e ferie adeguati, in condizioni igieniche precarie ed in mansioni pericolose senza la fornitura di idonee protezioni individuali, a fronte di retribuzioni inadeguate e costretti a subire minacce e violenze allorquando avessero protestato.</p>

Caporalato e appalti pubblici, eseguite perquisizioni in tutta Italia, compresa Cosenza (VIDEO)

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