Un segnale forte che parte dalla nostra regione: “Prima dell’educazione digitale, riscopriamo quella affettiva”
La Calabria manda un segnale importante: di fronte alle sfide dell’era digitale, l’educazione non può prescindere dall’ascolto, dal dialogo e dalla dimensione affettiva.
È in questa prospettiva che il Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Attilio Nostro, è stato nominato Presidente onorario dell’Osservatorio Media e Minori della Calabria, organismo promosso dal Co.re.com regionale per promuovere un uso consapevole dei media e tutelare i più giovani dai rischi del web.
La cerimonia si è svolta a Reggio Calabria nell’aula Fortugno di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale, in un incontro che ha riunito il mondo delle istituzioni, della scuola e dell’informazione, ma soprattutto gli studenti, coinvolti in un quiz interattivo pensato per stimolare riflessione e consapevolezza.
A guidare l’iniziativa, il presidente del Co.re.com Calabria, Fulvio Scarpino, che ha spiegato il significato profondo della scelta: «Abbiamo voluto al nostro fianco una figura che da sempre si spende per i minori, come il Vescovo Nostro, per dare un segnale concreto: la Chiesa e le istituzioni insieme, in un percorso che mette al centro l’educazione affettiva, ancora prima di quella digitale. È un primato di cui la Calabria può andare fiera».
Scarpino, insieme al vicepresidente Mario Mazza e al segretario Pasquale Petrolo, ha ricordato come questo Osservatorio si inserisca nel progetto “Corecom Academy in Tour”, che porterà attività di formazione e sensibilizzazione direttamente nelle scuole calabresi, con il supporto dell’Università Magna Grecia e del Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile.
«Viviamo un momento delicato – ha detto – i nostri ragazzi sono tecnologicamente anni luce avanti a noi, ma emotivamente più fragili che mai. Prima di insegnare loro l’educazione digitale, dobbiamo aiutarli a riscoprire quella affettiva. Siamo stati noi adulti, spesso, a creare ragazzi fragili, perché abbiamo smesso di dialogare. Abbiamo delegato al telefonino la funzione educativa: è tempo di cambiare rotta».
Dati alla mano, l’urgenza è evidente: il cyberbullismo colpisce un minore su cinque, e negli ultimi anni si è registrato un aumento del 75% dei casi di suicidio tra i giovani.
All’incontro hanno preso parte anche i presidenti dei Corecom di altre regioni, tra cui Cesare Gariboldi (Lombardia), che ha sottolineato l’importanza di fare rete: «Spesso i progetti esistono, ma restano isolati. Il nostro obiettivo è creare un percorso comune, coordinato e più efficace».
L’Osservatorio potrà contare anche sulla collaborazione dell’Università Magna Grecia e del Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile, con l’obiettivo di garantire continuità e sostegno scientifico alle attività di formazione e prevenzione.
Appena arrivato in aula, monsignor Nostro ha catturato subito l’attenzione dei ragazzi: «Chi di voi è felice?» – ha domandato, con un sorriso che ha sciolto la timidezza dei presenti
«Essere felici – ha aggiunto – significa anche far felice la persona che abbiamo davanti».
Parole semplici, ma profonde, che hanno subito chiarito lo spirito con cui il Vescovo intende vivere questo nuovo ruolo.
«Per me è una realtà completamente nuova – ha detto – e voglio partire dall’ascolto, in modo umile. Saranno i ragazzi a insegnarmi da dove cominciare. È un impegno morale grande, che mi spinge a meritare la fiducia che mi è stata data».
Mons. Nostro ha poi aggiunto: «La Chiesa deve riscoprire la sua funzione di servizio verso i giovani e il territorio, offrendo ciò che sa fare meglio: l’ascolto e la carità del Vangelo. Spero che questo Osservatorio diventi un luogo di crescita reciproca».
La nomina di un Vescovo alla guida onoraria dell’Osservatorio Media e Minori è un fatto inedito in Italia e conferma la volontà della Calabria di aprire nuove strade nel campo dell’educazione digitale e del benessere giovanile.
In una società dove il “badante digitale” rischia di sostituire il dialogo familiare, la scelta di unire istituzioni, scuola e Chiesa assume il valore di un messaggio profondo: solo insieme si può costruire un futuro in cui i ragazzi non siano più spettatori, ma protagonisti consapevoli della propria vita.
Un gesto che va oltre i protocolli e le cariche: rappresenta la volontà di ricucire il legame tra generazioni, in un tempo in cui la solitudine digitale e l’assenza di ascolto sono le nuove emergenze educative.