La domenica appena trascorsa è stata caratterizza dal confronto a distanza – tramite comunicati/dichiarazioni – tra il sindaco di S. Gregorio d’Ippona ed il coordinatore provinciale azzurro
Il duello.
Una pratica antica che ha attraversato diverse epoche storiche, talvolta strumento onorevole utilizzato per saldare conti in sospeso, talvolta solo attimo brutale, confine troppo sottile tra vita e morte. Una pratica da sempre affascinante, approdata in alcuni sport della modernità, raccontata dai libri nella politica dello scorso millennio ed ancor più adesso ha trovato spazio, trionfando adesso nel contesto vibonese, dove – tra flop alle ultime regionali, dimissioni alla Provincia (quelle presentate dai consiglieri e quelli richiesti al Presidente) e blitz al Comune di Zambrone – Forza Italia si sta proponendo come palcoscenico ideale.
Soprattutto il cinema ha preso il duello e lo ha narrato, modellato, adattato a diversi contesti, epoche e generi. Resa dei conti, introduzione narrativa, scontro fra titani, lotta per la sopravvivenza: differenti forme ed espedienti per raccontare lo scontro. Pistole, spade, bacchette, mani nude, robot. Diversi strumenti, una sola contesa. Una sola lotta, dal gusto primordiale, per decretare il migliore.
Non è un segreto che il Western sia un genere cinematografico che ha molo utilizzato il duello affermandosi sempre più come genere di successo e coinvolgendo grandi nomi davanti e dietro alla cinepresa, come gli acclamati John Ford e John Wayne.
A contribuire a questa lunga tradizione anche uno dei registi italiani più conosciuti al mondo, Sergio Leone che ha elaborato pellicole entrate di diritto nell’Olimpo dei grandi capolavori.
E tra i capolavori di Sergio Leone, C’era una Volta il West, che si chiude con un epilogo memorabile, che intreccia vendetta personale, redenzione e la nascita del progresso nel selvaggio West.
Ecco cosa è tornato alla mente nella domenica appena trascorsa ritmata dal duello tutto azzurro tra il sindaco di San Gregorio d’Ippona, Pasquale Farfaglia, componente il coordinamento provinciale di Forza Italia, e Michele Comito che di questo coordinamento è il Coordinatore.
L’antefatto è il tentativo di defenestrazione dell’attuale Presidente della Provincia di Vibo Valentia Corrado L’Andolina, chiesto e provocato dagli esponenti azzurri malgrado L’Andolina sia uomo di Forza Italia.
Ricordiamo quella scena finale di C’era una volta il West: dopo un lungo inseguimento, il misterioso Armonica affronta finalmente il crudele Frank in un duello carico di tensione, un confronto epico tra il pistolero Armonica (Charles Bronson) e il killer Frank (Henry Fonda), che intreccia vendetta, redenzione e la fine di un’epoca.
Nel film la scena è caratterizzata da una dilatazione temporale con un montaggio alternato tra i personaggi e un silenzio carico di tensione, spezzato solo da suoni naturali e dalla musica iconica di Ennio Morricone. Nella realtà politica vibonese il tempo si dilata tra la dichiarazione iniziale di Farfaglia e la risposta di Comito.
Il primo colpo di Farfaglia: “I consiglieri di Forza Italia con il loro comportamento hanno soltanto determinato le elezioni anticipate di qualche mese del consiglio e non del Presidente favorendo di fatto la sinistra che oggi detiene la maggiore quota dei voti ponderati dei consiglieri del Comune capoluogo (passata dal rapporto 22 consiglieri di centrodestra a 9 consiglieri di centrosinistra a 9 di centrodestra e 22 centrosinistra). Ciò che mi rattrista è che a provocare questa crisi siano stati i tre consiglieri del mio partito e del partito del presidente (eletto dalla maggioranza di centrodestra e prevalentemente dagli stessi forzisti) che negli ultimi mesi non hanno perso occasione di chiedere le dimissioni attraverso dichiarazioni fuori luogo che addirittura definiscono ” insulto alle istituzioni ed esprimendo totale sfiducia verso una gestione arrogante e lesiva della dignità istituzionale”. Le costanti contestazioni si sono trasformate nell’ultimo periodo ad una consueta abitudine di odio politico e personale perpetrato nei confronti del Sindaco- Presidente che ha superato il limite della decenza.
Il secondo: “L’attacco al Presidente della provincia non è un colpo al politico ma un attacco all’uomo, un duro affronto personale che non ci possiamo permettere. Il Presidente L’Andolina ha amministrato tenendo la barra dritta in un ente che proviene dagli anni bui del dissesto, meritevole di aver proseguito il risanamento economico e forte di cospicui interventi nei settori di competenza: strade e scuole. Ma ciò che ha fatto in maniera ancor più impeccabile è aver garantito la trasparenza e la legalità di tutti gli atti prodotti dall’amministrazione provinciale allontanando ombre e dubbi dal palazzo della provincia. Ed allora perché invece di dire che il problema è amministrativo non si ha il coraggio di dire che il problema è politico?”.
Il colpo finale: “Mi chiedo a cosa serve aprire la crisi per portare l’ente provincia a votare con tre mesi di anticipo, attenzione non per individuare il presidente che rimane in carica, ma per il rinnovo del consiglio provinciale sapendo che il quadro politico è modificato? Alla luce dei nuovi equilibri successivi alle elezioni regionali queste dimissioni appaiono incomprensibili perché ci ritroviamo in un partito che cerca di far cadere le amministrazioni di centrodestra e mantiene il numero legale per non far cadere il comune di sinistra a Vibo Valentia. Concludo rinnovando la mia solidarietà al presidente L’Andolina ed auspico un ritorno alle regole di partito e soprattutto agli ideali di Forza Italia che impongono prima di tutto il rispetto della persona”.
La risposta di Michele Comito è a stretto giro partendo dalla premessa che: “Le recenti dichiarazioni del sindaco di San Gregorio d’Ippona impongono una risposta ferma e inequivocabile”.
Il primo colpo di Comito è diretto: “È grave che il sindaco di San Gregorio d’Ippona anziché interrogarsi sulle ragioni profonde di questo gesto, si limiti a liquidarlo come un “attacco personale”, dimostrando una totale assenza di sensibilità verso il malessere vissuto da chi ha servito con serietà e dignità. Il suo giudizio appare quantomeno offuscato da un rapporto personale e utilitaristico con il presidente L’Andolina, emerso in maniera lampante durante le ultime elezioni regionali. Un legame che sembra aver compromesso la sua capacità di analisi politica, spingendolo a difendere l’indifendibile e a ignorare le criticità che hanno portato allo scioglimento del Consiglio”.
Il colpo conclusivo di potrebbe definire di rivalsa: “Forza Italia non può accettare che la dignità dei propri rappresentanti venga calpestata o strumentalizzata. Prova ne è il fatto che non abbiamo minimamente badato ai possibili contraccolpi in termini elettorali, considerando l’autonomia e la dignità politica preminenti sul resto. Pertanto, da coordinatore provinciale, sostengo pienamente la scelta dei consiglieri dimissionari, che hanno avuto il coraggio di dire basta, e invito il sindaco di San Gregorio d’Ippona a riflettere sul significato della lealtà politica, che si dovrebbe misurare con la capacità di ascolto e rispetto delle legittime posizioni politiche espresse”.
Intanto, sembra di sentire la musica di Morricone che regala al film di Sergio Leone quel finale dal forte valore simbolico, quando spiega per immagini che Armonica e Frank sono ormai “fuori tempo”: possono solo scomparire nel nulla, vivi o morti che siano, per diventare figure epiche destinate al mito.
Rimangono sulla scena solo le rotaie e Jill McBain (Claudia Cardinale), carattere volitivo e bellezza carnale, capace di destreggiarsi con caparbietà in un mondo declinato unicamente al maschile per dare inizio a una nuova epoca.
Il problema è che di Jill McBain al momento non c’è traccia!