All’interno dell’edificio di via Palach si procederà con la ristrutturazione in chiave di accessibilità dei servizi igienici, scale di emergenza, impianti antincendio
“Il cuore pulsante della cultura vibonese, la biblioteca comunale, è pronto a lasciarsi alle spalle la sua veste ormai datata ed a rifarsi il look secondo gli standard attuali di sicurezza, efficienza e accessibilità. È con grande piacere che voglio annunciare l’approvazione del progetto esecutivo di efficientamento e recupero funzionale della biblioteca”.
Non nasconde la sua soddisfazione, il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo, nell’annunciare la conclusione di un importante step che porterà, adesso, all’avvio delle procedure di gara per l’affidamento dei lavori.
Un progetto seguito con scrupolo dall’assessore ai Lavori pubblici, Salvatore Monteleone, dalla dirigente Lorena Callisti e dal rup Alfredo Santini, che ora segna un passo decisivo verso la riqualificazione. Il progetto può contare su un finanziamento complessivo di 1,8 milioni di euro e punta a restituire alla città un luogo più efficiente, sicuro e accessibile.


A spiegarne i dettagli è l’assessore Monteleone: “Gli infissi originali in alluminio anodizzato lasceranno il posto a nuove strutture ad alta efficienza. Il vecchio impianto a gasolio sarà sostituito da soluzioni sostenibili. Arriveranno un impianto fotovoltaico, nuovi sistemi di condizionamento, illuminazione e sicurezza. La sala conferenze sarà riqualificata, con sedute certificate e un palchetto rimontato per accogliere eventi e incontri. Anche l’esterno si rifà il look. I vialetti, infatti, verranno recuperati, il verde curato, l’ingresso carrabile ripristinato. E per chi arriva in bici, ci saranno 40 nuovi posti. Un segnale chiaro: questo spazio è pensato per essere vissuto, attraversato, condiviso”.
All’interno, poi, si procederà con la ristrutturazione in chiave di accessibilità dei servizi igienici, scale di emergenza, impianti antincendio.
Da Palazzo Luigi Razza arriva l’orgogliosa rivendicazione: “Vibo Valentia sceglie così di investire nella cultura, non come ornamento, ma come infrastruttura essenziale”.








