Tra accuse di gestione personalistica e tensioni interne, l’opposizione parla di “fiducia tradita” e riflette la fragilità di un intero sistema politico provinciale alla ricerca di credibilità
La parola chiave è “fiducia”. È attorno a questo concetto che ruota il comunicato diffuso dal gruppo di opposizione Rinascita per Zambrone — formato dai consiglieri Mariella Epifanio, Amelia Conca e Fabio Cotroneo — e che sintetizza, forse più di ogni analisi politologica, il momento di profonda crisi che attraversa il Comune di Zambrone e, in modo riflesso, la Provincia di Vibo Valentia.

Al centro della vicenda vi è il sindaco Corrado L’Andolina, esponente di Forza Italia e attuale presidente della Provincia, la cui leadership appare oggi più fragile che mai.
Le dimissioni dei consiglieri provinciali di centrodestra — che hanno portato alle elezioni anticipate a Palazzo Ex Enel — non sono un episodio isolato, ma il sintomo di una crisi di tenuta politica e personale che investe tanto i rapporti interni alla coalizione quanto il rapporto di fiducia con le comunità amministrate.
Il comunicato dell’opposizione di Zambrone è un testo denso, amaro, ma anche politico nel senso più pieno del termine: mette in discussione non solo la gestione amministrativa del Comune, ma la credibilità politica di L’Andolina.
Gli oppositori accusano il sindaco di un governo personalistico, di un atteggiamento “arrogante e chiuso” e di un uso strumentale della comunicazione pubblica, anche sui social, per delegittimare il ruolo dell’opposizione.
Ma l’aspetto più significativo è un altro: per la prima volta, si ammette pubblicamente che una parte della maggioranza era pronta a sfiduciare il proprio sindaco. Lo rivelano gli stessi consiglieri di minoranza, che raccontano di un incontro serale concluso con una “stretta di mano” e la promessa “fidatevi”. Promessa poi disattesa, a causa del passo indietro di un consigliere che ha impedito di formalizzare le dimissioni contestuali.
Un episodio che racconta di fratture interne profonde, appena ricomposte ma non risolte, e che lascia intravedere un mandato amministrativo ormai in bilico, mantenuto in vita — secondo l’opposizione — più per garantire la sopravvivenza politica del sindaco che per reale coesione di progetto.
La vicenda locale si intreccia inevitabilmente con la crisi della Provincia di Vibo Valentia, dove L’Andolina, eletto con una maggioranza di centrodestra, si trova oggi delegittimato da quello stesso schieramento.
Le dimissioni dei consiglieri provinciali — un atto politico che ha portato alle ormai imminenti nuove elezioni — rappresentano una sfiducia implicita non solo verso la sua gestione, ma verso una leadership che non è riuscita a tenere insieme le diverse anime del centrodestra vibonese.

In questo scenario, Zambrone diventa una cartina di tornasole: un laboratorio della crisi del potere locale, dove i problemi di dialogo, trasparenza e partecipazione evocati nel comunicato dell’opposizione riflettono la più ampia impasse istituzionale in cui si trova l’intero territorio provinciale.
Non è un caso che l’opposizione parli di “assenza di democrazia” e “fiducia tradita”: termini forti, che segnalano non solo una distanza politica, ma una rottura etica tra rappresentanti e rappresentati.
Per L’Andolina, la sfida non è solo amministrativa. È una questione di leadership.
Da sindaco di un piccolo comune a presidente della Provincia, il suo percorso politico si è fondato su un capitale di consenso personale e su una capacità di mediazione che, oggi, sembra essersi logorata.
Le accuse di gestione personalistica, le tensioni interne, le mozioni di sfiducia e le polemiche sui toni pubblici segnalano un deficit di collegialità, che in politica locale pesa quanto e più delle divergenze programmatiche.
Il rischio, per Forza Italia e per il centrodestra vibonese, è quello di una crisi sistemica, dove la fragilità dei singoli equilibri comunali — Zambrone oggi, altri centri domani — mette in discussione la capacità di governo complessiva.
Le prossime elezioni provinciali, in questo senso, saranno un banco di prova decisivo non solo per L’Andolina, ma per l’intera classe dirigente del territorio.
Il comunicato – a firma di Mariella Epifanio, Amelia Conca e Fabio Cotroneo – si chiude con una frase che vale più di un manifesto: “La verità è come la luce, trova nelle crepe il suo modo di farsi vedere”.
Un’immagine che restituisce il senso profondo della crisi in atto: una politica locale che ha smarrito il valore della fiducia, della parola data, della trasparenza nel rapporto con i cittadini.
Ed è proprio da quelle “crepe” — dai dissidi interni, dai gesti non compiuti, dai silenzi — che emerge l’esigenza di un nuovo percorso, forse di una nuova stagione politica per Zambrone e per l’intera provincia di Vibo Valentia.
In definitiva, la vicenda racconta di un territorio che non chiede soltanto amministratori efficienti, ma una politica credibile, capace di ricostruire legami di fiducia dopo anni di personalismi e contrapposizioni.
Se la parola “fiducia” ha ancora un senso, è proprio adesso che la politica vibonese deve dimostrarlo.










