39 ignari investitori raggirati e oltre 3 milioni di euro nei confronti di un soggetto calabrese considerato responsabile di autoriciclaggio, truffa e esercizio abusivo dell’attività finanziaria
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza Messina hanno concluso un’operazione che ha portato al sequestro di beni per oltre 3 milioni di euro nei confronti di un calabrese considerato responsabile di autoriciclaggio, truffa e esercizio abusivo dell’attività finanziaria a danno di decine di risparmiatori residenti nei comuni del litorale tirrenico messinese.
Gli accertamenti delle Fiamme Gialle hanno permesso di ricostruire una complessa galassia societaria che era stata creata allo scopo di reinvestire i guadagni illeciti accumulati con diverse truffe finanziare e nascondere la provenienza dei fondi raccolti.
Non a caso le società di cui l’uomo è risultato titolare, soprattutto con sede all’estero, corrispondono a meri indirizzi di domiciliazione, non hanno insegne, utenze domestiche né alcuna concreta struttura riconducibile all’ipotetica attività economica svolta, utilizzata solo come schermo.
Il servizio è partito dalle denunce-querele presentate da 9 persone che hanno consentito di completare un’indagine dalla quale nel 2021 era già emersa l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di abusivismo finanziario ed illecita raccolta del risparmio da parte di 3 persone.
Gli autori della frode, avvalendosi di persone note per la loro attività di consulenza a Barcellona e Patti, avevano tratto in inganno i risparmiatori convincendoli della bontà delle operazioni finanziarie proposte, nella piena consapevolezza che le persone truffate non avrebbero mai ottenuto né la restituzione del capitale né la corresponsione degli interessi maturati.
Gli approfondimenti effettuati in questi anni hanno portato alle transazioni e al tracciamento dei flussi finanziari tra gli investitori e i promotori delle operazioni di investimento, arrivando all’attuale collocazione delle somme e ai beneficiari ultimi delle stesse.
Grazie all’utilizzo dei più avanzati strumenti di cooperazione internazionale, si è così riusciti a individuare beni mobili, depositi bancari e 41 conti correnti (anche virtuali) attivi in 11 Paesi (Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Spagna), nei cui confronti sono stati inoltrati i mirati “Freezing Certificates”, l’equivalente internazionale del provvedimento di sequestro emesso in Italia fino a raggiungere un importo di € 3.069.800,00, corrispondente all’ingiusto profitto conseguito.










