Il sindaco di Vibo Valentia si muove da… solo. Ma i “trombati” gli preparano la festa
di Marcello Bardi
Romeo, Romeo… sei ancora tu Romeo? Sei sempre tu?
Cosa combini, Romeo? Ti fai le foto da solo? Senza consiglieri, senza assessori? Persino al…cimitero?!
Proprio tu che abbracciavi tutti? Ed eri un amabile boy scout?
Probabilmente, le elezioni regionali hanno turbato oltremisura il capo dell’amministrazione di Vibo Valentia che teme e non poco per i risvolti di un esito che non ha accontentato nessuno tranne lui. Sì, proprio lui, che nelle ore successive – si racconta – serenamente sghignazzava tra le strade: “Non è salito nessuno. Meglio di così non mi poteva andare”.
Voci non proprio di corridoio, che hanno non poco indispettito l’allegra compagnia del centrosinistra, più che una coalizione, una “banda”, nel senso buono del termine, storicamente nota per la sua disorganizzazione ed i suoi veleni da congresso…
Così, mentre ancora il sindaco brindava al “trombamento collettivo”, i consiglieri non rieletti, per l’appunto i trombati, si organizzavano neppure tanto silenziosamente, con un obiettivo preciso: “Mandarlo a casa il prima possibile”. Che, sia chiaro, se di mezzo non ci fossero i consiglieri comunali (e non solo quelli di maggioranza), non sarebbe complicatissimo, considerato che Romeo, ad oggi, ha perso buona parte del consenso in città, dove non riesce nemmeno a vigilare sull’orario di chiusura dei cimiteri; negli uffici del Comune, al cui interno i dirigenti sono diventati dei tiranni e persino i funzionari fanno la voce grossa con gli assessori; e persino dentro la sua stessa squadra di governo.
A proposito: Progetto Vibo è ormai una sigla elettorale, o poco più: quattro eletti, dei quali Romeo ne…controlla al massimo un paio.
Con il Pd di Colelli, Esposito, Insardà e soprattutto Mammoliti, le cose non vanno proprio benissimo. I Cinquestelle – consensi di Marco Miceli a parte – sono una meteora che si affida, da quando il misuratissimo deputato Riccardo Tucci (tutt’altro che un fan di Romeo) è meno presente, agli strepiti di qualche consigliere comunale. E il sindaco? Ha pensato bene, alle ultime regionali, di adottare il metodo del “divide et impera”. Ha sostenuto Stefano Soriano, ben consapevole che mai sarebbe stato eletto, danneggiando sia Mammoliti che Lo Schiavo, due che l’obiettivo – con i voti dei fedelissimi del primo cittadino – avrebbero potuto anche avvicinarlo, se non raggiungerlo.
E bravo Romeo! Pensava di averli messi tutti a tacere e di averli finalmente mandati tutti a casa. Compreso Luigi Tassone, vicinissimo a Francesco Colelli, l’ingenuo sognatore che, prima di tutti, si era battuto dentro e fuori il Pd, per “Romeo sindaco”.
Peccato che questo suo modus operandi non abbia “impressionato” nessuno. E poiché Romeo tutto è tranne che “fesso” politicamente, ha deciso di cambiare ulteriormente strategia. Puntare solo sulla riabilitazione della sua immagine e sull’offuscamento di quella altrui. D’altronde, se un sindaco percepisce, dopo neppure un anno, di essere in caduta libera, nonostante il disastro del centrodestra a Vibo Valentia, cos’altro dovrebbe fare?
Così, da giorni, in tutti gli appuntamenti pubblici, l’unico amministratore che figura negli scatti da…copertina è lui. Anche nella ricorrenza dei defunti, con uno stuolo di eletti al cimitero, Romeo ha fatto in modo che nessuno apparisse. Una tecnica già adottata in occasione delle conferenze stampa dell’ultima settimana!
Una evoluzione del “princeps” vibonese, passato dallo stile augusteo a quello secondo-neroniano con una differenza: l’autocratismo del figlio di Agrippina passò per il licenziamento di tutti i suoi suggeritori. Romeo, invece, uno se lo tiene ancora stretto in Comune dopo averlo riempito d’oro, ad appendere quadri qua e là, per trascorrere giornate che sembrano intense quanto quelle di Napoleone sull’isola di Sant’Elena!











