Il ricorso presentato non ha avuto l’esito sperato: la lista “Uniamo Acquaro” resta esclusa per irregolarità nella presentazione della lista
Il Consiglio di Stato, con sentenza pronunciata nel tardo pomeriggio odierno, ha respinto l’appello proposto da Rocco Stramandinoli, Antonio Bruni e Giuseppe Barilaro, quest’ultimo candidato a sindaco della lista “Uniamo Acquaro”, contro il Ministero dell’Interno, l’Ufficio territoriale del Governo di Vibo Valentia e la Commissione elettorale circondariale dello stesso capoluogo.
La Commissione aveva motivato la ricusazione con tre punti principali: assenza del contrassegno di lista sui moduli contenenti le firme dei sottoscrittori; mancata congiunzione materiale tra il modulo principale e i fogli separati contenenti le sottoscrizioni; omessa indicazione della data nell’atto di autenticazione delle firme.
Il giudice di primo grado aveva ritenuto sufficiente l’accertamento dell’illegittimità delle prime due motivazioni per respingere il ricorso, poiché “in presenza di un atto plurimotivato è sufficiente il riscontro della legittimità di una delle autonome ragioni giustificatrici della decisione amministrativa”. La sentenza impugnata aveva evidenziato che l’assenza del contrassegno e di una qualsiasi forma di congiunzione fisica impediva di considerare i fogli come un’unità documentale idonea a garantire la consapevolezza dei sottoscrittori al momento dell’apposizione della firma.
Gli appellanti avevano sostenuto che, nonostante tali irregolarità formali, i sottoscrittori fossero pienamente consapevoli della lista e del candidato sindaco, invocando i principi di favor partecipationis e strumentalità delle forme. A supporto, erano state presentate dichiarazioni sostitutive di atto notorio dei firmatari e una relazione del funzionario comunale incaricato delle autenticazioni. Ma non è bastato.
Con questa decisione, il Consiglio di Stato ha definitivamente confermato l’esclusione della lista “Uniamo Acquaro”, lasciando in corsa una sola lista per le amministrative: quella guidata da Pino Ferraro. Il candidato dovrà ora affrontare la sfida del quorum del 40% dei votanti, necessario affinché le elezioni siano valide e il nuovo Consiglio comunale possa insediarsi.
			









