Diego Brancia: una scelta dannosa per Serra San Bruno ed il territorio vibonese. E ne spiega le motivazioni
La recente delibera del Consiglio Comunale di Serra San Bruno, con cui si avvia l’iter di adesione alla Provincia di Catanzaro abbandonando l’attuale Provincia di Vibo Valentia, rappresenta una decisione gravemente lesiva degli interessi della comunità serrese e dell’intero territorio vibonese. Una scelta che mette a rischio l’esistenza della Provincia di Vibo Valentia. Il passaggio di Serra San Bruno alla Provincia di Catanzaro costituirebbe un precedente pericoloso, compromettendo la stessa esistenza della Provincia di Vibo Valentia. Come evidenziato dalla normativa vigente, l’art. 21 del Testo Unico degli Enti Locali stabilisce che per la revisione delle circoscrizioni provinciali è necessario che “ciascun territorio provinciale deve avere dimensione tale, per ampiezza, entità demografica, nonché per le attività produttive esistenti o possibili, da consentire una programmazione dello sviluppo”. La perdita di comuni significativi come Serra San Bruno potrebbe compromettere questi requisiti minimi per la Provincia di Vibo Valentia.
Ad affermarlo è l’associazione Progetto Valentia attraverso una articolata nota a firma di Diego Brancia, vice presidente del sodalizio. il quale parla anche di ” Rischi concreti per i presidi di legalità e i servizi essenziali”.
La scelta del Consiglio Comunale di Serra San Bruno – si legge nella nota – mette a serio rischio la presenza sul territorio di presidi fondamentali di legalità e sicurezza, quali:
1) il Comando Compagnia dei Carabinieri,
2) il Commissariato di Polizia;
3)Comando provinciale Carabinieri forestali.
4) il Presidio Ospedaliero. Su quest’ultimo punto si pensi che i Comuni in provincia di Catanzaro di quell’area non dispongono di alcun presidio ospedaliero, ragion per cui con il passaggio a Catanzaro l’ospedale di Serra verrebbe convertito.
Come dimostrato dalla giurisprudenza amministrativa – spiega Brancia, che è avvocato – la programmazione dei servizi pubblici territoriali deve tenere conto delle “specifiche esigenze territoriali” e delle “peculiarità morfologiche e demografiche delle zone interessate”. Il depotenziamento della Provincia di Vibo Valentia comporterebbe inevitabilmente una riorganizzazione di questi servizi essenziali, con gravi conseguenze per la sicurezza e l’assistenza sanitaria delle comunità montane.
Il punto è che – a giudizio dell’associazione – si tratta di: “Responsabilità mal attribuite: viabilità e sanità non dipendono dalla Provincia.
È necessario chiarire – prosegue il ragionamento di Progetto Valentia – che i disagi lamentati dalle comunità montane non possono essere attribuiti alla Provincia di Vibo Valentia. Come stabilito dalla normativa di settore, le funzioni delle Province in materia di viabilità si limitano alla “costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali”, mentre la sanità è di esclusiva competenza regionale. I problemi infrastrutturali e sanitari che affliggono le aree montane derivano da scelte di programmazione regionale e nazionale, non da inefficienze dell’amministrazione provinciale vibonese.
La decisione del Consiglio Comunale di Serra San Bruno appare chiaramente dettata da considerazioni di carattere propagandistico-elettorale piuttosto che da una seria valutazione degli interessi della comunità. Come evidenziato dalla giurisprudenza, le modificazioni territoriali dei comuni richiedono una “completa istruttoria” che consideri “tutti i parametri previsti dalla legge regionale per valutare la sussistenza di un interesse qualificato alla variazione territoriale”. Nel caso in esame, tale istruttoria appare del tutto carente e viziata da considerazioni di mera opportunità politica.
Ma non è tutto. in quanto il ragionamento viene sotto posto al confronto con la situazione finanziaria delle Province: Non può essere taciuto che la Provincia di Catanzaro, diversamente da quella di Vibo Valentia, presenta una situazione finanziaria particolarmente critica. I dati ufficiali del rendiconto 2024 della Provincia di Catanzaro evidenziano un debito complessivo di 154 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori 23 milioni di euro di debito residuo verso lo Stato, per un totale che sfiora i 180 milioni di euro. Al contrario, la Provincia di Vibo Valentia presenta un debito di soli 11 milioni di euro e ha dimostrato negli ultimi anni una gestione virtuosa, riuscendo ad approvare il bilancio per due anni consecutivi dopo anni di difficoltà.
Insomma, ne consegue che i danni sarebbero maggiori dei minimi benefici: La scelta di aderire alla Provincia di Catanzaro comporterà per la popolazione serrese danni di gran lunga superiori ai minimi benefici prospettati. L’inserimento in un ente provinciale gravato da un debito quindici volte superiore a quello vibonese, unito alla perdita dei presidi di sicurezza e sanitari attualmente presenti sul territorio, rappresenta un grave danno per l’intera comunità montana.
Messe in evidenza tali questioni, Diego Brancia rivolge “Un appello alla responsabilità”: Invitiamo il Consiglio Comunale di Serra San Bruno a riconsiderare questa decisione, valutando con maggiore attenzione gli interessi reali della comunità e le conseguenze negative che tale scelta comporterebbe non solo per Serra San Bruno, ma per l’intero territorio vibonese. La tutela dei presidi di legalità, dei servizi sanitari e della coesione territoriale deve prevalere su considerazioni di carattere meramente propagandistico.
La Provincia di Vibo Valentia, nonostante le difficoltà strutturali comuni a tutti gli enti intermedi, ha dimostrato negli ultimi anni una capacità di gestione responsabile e virtuosa.
La conclusione è chiara e ribalta completamente la “provocazione” partita dalla comunità serrese: È tempo di sostenere e rafforzare questa realtà, non di indebolirla con scelte dettate da logiche di breve periodo che rischiano di compromettere il futuro dell’intero territorio. Probabilmente le Comunità montane dovrebbero pensare di ridisegnare gli assetti istituzionali locali attraverso la fusione di Serra San Bruno, Spadola, Simbario, Nardodipace, Brognaturo e Mongiana, in guisa da promuovere lo sviluppo e l’occupazione.










