Il Presidente del Forum del Terzo Settore, Giuseppe Conocchiella: “Serve un progetto condiviso, basato sui bisogni reali dei cittadini”
La riunione convocata dal prefetto di Vibo Valentia, Anna Aurora Colosimo, ha segnato – secondo molti osservatori – un momento inedito nel dibattito sulla sanità provinciale. A confermarlo è Giuseppe Conocchiella, portavoce del Forum del Terzo Settore vibonese, che ha ricostruito quanto emerso durante le quattro ore di confronto che si sono svolte alla presenza dei principali attori istituzionali e sociali del territorio.
Un incontro che, al di là dei contenuti, ha rappresentato un fatto storico: per la prima volta, il commissario ad acta per la sanità calabrese – convocato dal prefetto – è stato chiamato a confrontarsi direttamente con le realtà civiche, sanitarie e socio-sanitarie locali sul futuro del Servizio Sanitario Provinciale.
Conocchiella sottolinea come l’ascolto ottenuto sia stato “positivo, interlocutorio e logicamente non esaustivo”. Un risultato importante, perché frutto della volontà del prefetto di creare un tavolo ampio che includesse rappresentanti istituzionali, professioni sanitarie, Terzo Settore e persino il Vescovo della diocesi, Mons. Attilio Nostro.
La presenza del Vescovo, racconta il portavoce, ha contribuito a mantenere un clima costruttivo: non un’arena per chiedere “teste”, ma uno spazio per promuovere cooperazione e condivisione di obiettivi.
A rappresentare il commissario ad acta Roberto Occhiuto è stato il sub commissario, Esposito, tecnico esperto e figura di fiducia. Con lui, la terna commissariale dell’ASP – Tomao, Miseraendino e Orlando – ha offerto risposte sui principali nodi critici della sanità vibonese: rete ospedaliera, territorio, emergenza-urgenza e percorsi tempo-dipendenti.
Risposte basate sui vincoli della normativa nazionale, sui Decreti del Commissario ad acta (DCA) e su un nuovo modello di valutazione del fabbisogno, comparato e non più esclusivamente pro capite.
Il cuore dell’intervento a giudizio del Forum del Terzo è stato chiaro: rivedere la programmazione 2026 sulla base di un’analisi puntuale dei bisogni della popolazione.
Non più, dunque, un modello astratto, ma un percorso che tenga conto di:
- morbosità per fasce d’età e sesso
- andamento epidemiologico per aree geografiche
- migrazione sanitaria intra ed extra regionale
- carenze storiche e gap strutturali
- fragilità sociali e sociosanitarie
Una fotografia reale, dalla quale far discendere un nuovo assetto del sistema sanitario provinciale.
In questo quadro, Conocchiella propone di recuperare e valorizzare strutture pubbliche oggi sottoutilizzate – come gli ex ospedali di Nicotera, Soriano e Pizzo – per integrarle nella rete ospedaliera riconosciuta.
L’ospedale di Vibo Valentia diventerebbe così l’hub provinciale, intimamente collegato con l’hub regionale, mentre Tropea e Serra San Bruno assumerebbero il ruolo di spoke dinamici, utili anche a compensare la mancanza di servizi privati accreditati che in altre province hanno avuto modo di svilupparsi.
Da questo impianto nasce la richiesta formale di istituire un Tavolo Tecnico di Consultazione, composto dalla terna commissariale, dai direttori sanitario e distrettuale (Lazzaro e Passante), e dai rappresentanti del territorio.
Compito del tavolo sarebbe elaborare un progetto organico che integri e modifichi l’atto aziendale, adattandolo alle specificità della provincia.
La revisione degli atti – precisa Giuseppe Conocchiella – dovrà avere un finanziamento coerente con il fabbisogno reale, per colmare anni di ritardi accumulati sui diritti di cura dei cittadini vibonesi.
In questa direzione va anche l’incontro previsto per l’11 dicembre tra una delegazione di sindaci e il presidente Occhiuto, nella sua duplice veste istituzionale: l’obiettivo è individuare fondi extra DCA, necessari per dare gambe al nuovo progetto e per coprire il pagamento immediato delle prestazioni già erogate dai centri accreditati.
Dall’analisi dei bisogni deriverà un vero e proprio “piano di rinascita” della sanità vibonese, che dovrà includere:
- ammodernamento e ristrutturazione dei presidi esistenti
- investimento in nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche
- implementazione della rete di telemedicina
- potenziamento della rete di emergenza-urgenza e del 118
- aumento e riqualificazione del personale sanitario
- mezzi, attrezzature e ambulanze adeguate alle esigenze provinciali
Il tutto in attesa della realizzazione del nuovo ospedale provinciale.
Un altro nodo critico emerso nel confronto riguarda la percezione dei cittadini: oggi, spiega Conocchiella, è diffusa l’idea che per curarsi sia necessario uscire dalla provincia o addirittura dalla regione.
Una percezione alimentata – oltre che da carenze strutturali – anche da una comunicazione istituzionale poco efficace.
Eppure il territorio dispone di professionisti sanitari competenti, esperti e di grande dedizione: “Non possono fare miracoli – ricorda il portavoce – ma lavorano con amore, professionalità e spesso in condizioni psicologiche complesse, sentendosi soli”.
Riconoscere il loro impegno è un passaggio essenziale per ricostruire un clima di fiducia.
Il vero punto interrogativo resta uno: questa mobilitazione istituzionale sarà seguita da fatti concreti?
Conocchiella riconosce che “si è aperta una nuova era”, ma avverte che serviranno tempo, vigilanza e collaborazione costante. Il progetto dovrà essere condiviso, monitorato e difeso da tutti: Prefetto, Vescovo, sindaci, ASP, Regione, parti sociali, operatori e cittadini.
Perché ciò che oggi sembra un sogno – superare sfiducia, ritardi e sofferenze accumulate – possa diventare realtà.
E soprattutto perché a nessun cittadino debba più essere tolta la speranza, quella stessa speranza che tanti comitati e movimenti hanno custodito attraverso anni di proteste, e che finalmente, grazie anche all’azione del prefetto, ha raggiunto le stanze del potere decisionale.









