Individuati i tre minorenni responsabili dell’accaduto, probabilmente volevano emulare alcuni atteggiamenti dei cosiddetti “maranza”
Tra gli anni ottanta e novanta il termine maranza era già usato, specie nell’Italia settentrionale, come sinonimo di “tamarro” e in riferimento a un abitante delle periferie urbane, non necessariamente giovane, dai modi coatti o rozzi e solito indossare abiti vistosi.
Oggi, con il termine “maranza”, si indica generalmente un giovane con origini nordafricane oppure nordafricano immigrato in Italia, di seconda generazione, quasi sempre maschio, in molti casi nato in Italia, rumoroso e solito esprimersi con gergo triviale e atteggiamenti maleducati
Secondo un articolo del Corriere della Sera, i maranza sono «bulletti 2.0 in cerca di risse» e «giovani che si muovono in gruppo con lo scopo di importunare turisti, passanti e coetanei per le strade».
Un atteggiamento, proposto anche da numerosi artisti della scena trap italiana che poi sono degenerati al punto da portare all’arresto di alcuni di loro come nel caso di Baby Gang, arrestato nel 2024 e nel 2025 per traffico di armi e droga, con armi usate in video musicali e di Shiva, arrestato nel 2023 per tentato omicidio e possesso di armi clandestine, legate a una sparatoria.
Questi esempi negativi, a volte vengono emulati dai ragazzini che cercano di emulare i loro idoli musicali, in molti casi senza rendersi conto di quello che fanno.
È quanto potrebbe essere successo ai tre giovani che hanno aggredito un anziano su corso Mazzini a Cosenza mentre stava camminava da solo.
Secondo le prime ricostruzioni, i tre quindicenni lo avrebbero individuato e poi avrebbero iniziato ad insultarlo e a spingerlo senza alcun apparente motivo, in una sorta di gioco crudele che comunque ha attirato l’attenzione degli altri passanti che hanno avvisato la Polizia municipale.
Giunti sul posto gli agenti hanno immediatamente individuato i giovani, anche grazie ai racconti della vittima e delle altre persone presenti.
I tre minorenni, quindi, sono stati portati in Questura per gli adempimenti previsti, e qui uno è risultato già noto alle forze dell’ordine. Anche la Procura per i minorenni di Catanzaro è stata informata immediatamente dell’accaduto.










