I due sono stati coinvolti nel 2017 nell’operazione denominata “Jonny”, durante la quale vennero arrestate 68 persone per reati tutti aggravati dalle modalità mafiose
I finanzieri dello SCICO e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione ai decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Catanzaro – Sezione per l’applicazione delle Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, con cui è stato disposto il sequestro di diverse unità immobiliari, polizze assicurative e 1 autovettura, per un valore complessivo di circa € 600.000, direttamente e/o indirettamente riconducibili a 2 persone, fino all’anno 2019 legate al gruppo mafioso “ARENA”, ed entrambe rientranti nella categoria dei soggetti connotati da “pericolosità sociale qualificata” e anche perché è stata rilevata un’evidente sproporzione tra il valore dei beni nelle loro disponibilità ed i redditi dichiarati.
I due sono stati coinvolti nel 2017 nell’operazione denominata “Jonny”, durante la quale vennero arrestate 68 persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Dalle investigazioni, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, capillarmente esercitate sul territorio catanzarese e su quello crotonese, emerse che la cosca controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto e coltivava ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse.
Infatti, l’attività investigativa aveva ricostruito, come la cosca “Arena” avesse acquisito e mantenuto una “posizione dominante” nel settore della raccolta delle scommesse on-line, esercitata anche con modalità illecite.
Gli accertamenti dei Finanzieri hanno già condotto all’emissione di analoghi provvedimenti ablativi, nei confronti di altri soggetti coinvolti nella medesima indagine, che hanno determinato il sequestro di ulteriori beni del valore di oltre 9 milioni di euro.
In questi anni uno dei due è deceduto durante il processo mentre l’altro è stato recentemente condannato, non ancora in via definitiva, nel giudizio di rinvio celebrato dinanzi Corte d’Appello di Catanzaro.











