Francesco Cascasi convoca la stampa per ribadire la sua volontà ad investire ma anche per denunciare le storture che incombono su Vibo Marina
Posizione strategica, potenziale turistico tra i più rilevanti della Calabria. Eppure Vibo Marina continua a restare ai margini dello sviluppo. Nel cuore della Costa degli Dei, a pochi chilometri da Tropea, Pizzo e dall’aeroporto di Lamezia Terme, il porto vive una condizione di stallo segnata da degrado urbano, carenze infrastrutturali e lungaggini burocratiche.
A rilanciare l’allarme è l’imprenditore Francesco Cascasi, promotore di un progetto da 27 milioni di euro per un resort con 300 posti barca, avviato oltre vent’anni fa e più volte rallentato da iter amministrativi e contenziosi giudiziari. Oggi, con circa 6 milioni già investiti, il progetto rischia di arenarsi nuovamente a causa del possibile rinnovo ventennale della concessione demaniale alla Meridionale Petroli, che mantiene i grandi depositi di carburante sul waterfront cittadino.
Cascasi convoca la stampa per ribadire la sua volontà ad investire ma anche per denunciare le storture che incombono su Vibo Marina, che vive soprattutto di un “turismo di ritorno”, legato agli emigrati e ai loro discendenti, ma fatica ad attrarre nuovi flussi: alla bellezza naturale si contrappongono sporcizia, edifici abbandonati, assenza di servizi e una pianificazione carente. A pesare, a suo giudizio, sono anche nodi irrisolti come l’ex Italcementi, simbolo di un’area industriale mai riconvertita, e il quartiere Pennello, ancora intrappolato in un complesso caos urbanistico.
Ed ancora, gravi anche le criticità infrastrutturali: strade in stato di abbandono, collegamenti pericolosi e aree industriali come Porto Salvo lasciate all’incuria. L’inaugurazione del sottopasso ferroviario, atteso da oltre dieci anni, rappresenta un segnale positivo, ma insufficiente a invertire la rotta.
Da qui l’accusa alla politica locale di immobilismo: senza scelte nette e una visione di sviluppo, il rischio è che Vibo Marina continui a restare sospesa tra le sue potenzialità inespresse e un declino che appare sempre più strutturale.











