Il percorso espositivo, che si snoda lungo una delle arterie principali del centro storico cittadino, è promosso dall’Accademia dei Bibliofili Calabresi “G. Barrio”
C’è un momento dell’anno in cui le strade cambiano volto e diventano luoghi dell’anima. È il Natale. E a Vibo Valentia su Corso Umberto I non sono solo le luci a brillare, ma i significati profondi di una tradizione che continua a parlare al cuore di tutti. Passeggiando lungo il corso, lo sguardo viene catturato dalle vetrine che, una dopo l’altra, raccontano una storia antica e sempre nuova: quella del presepe.

Piccole opere d’arte, silenziose e intense, fanno capolino tra vetri e riflessi. Presepi provenienti da Paesi lontani e da epoche diverse si incontrano nello stesso spazio, come se il tempo si fosse fermato per ricordarci l’essenza del Natale. Ogni scena è un invito a rallentare, a fermarsi un istante, a ritrovare quel senso di meraviglia che spesso l’età adulta tende a smarrire.
Il percorso espositivo, che si snoda lungo una delle arterie principali del centro storico cittadino, è promosso dall’Accademia dei Bibliofili Calabresi “G. Barrio”, da anni impegnata nella valorizzazione della storia e delle tradizioni del territorio. Attraverso il presepe – simbolo universale del Natale – l’Accademia, a suo tempo fondata da Domenico Romano Carratelli, rinnova il suo impegno culturale, rendendo accessibili a cittadini e visitatori espressioni artistiche di grande valore simbolico e storico.



Le opere esposte appartengono a una collezione che comprende presepi italiani e internazionali, realizzati in epoche e stili diversi. Ogni vetrina diventa così la tappa di un racconto più ampio, capace di attraversare confini geografici e culturali, unendo credenti e non credenti nel segno di una tradizione che parla a tutti un linguaggio universale che unisce in un sentimento comune di serenità e condivisione.
Il presepe, nella sua semplicità, diventa simbolo di accoglienza, di pace, di umanità.



Fondamentale è stata la risposta dei commercianti di Corso Umberto I, che hanno aperto non solo le loro vetrine, ma anche il loro cuore. Negozi di abbigliamento, gioiellerie e botteghe storiche si sono fatti parte attiva del progetto, dimostrando come il commercio possa dialogare proficuamente con la cultura e diventare veicolo di valori condivisi. Ogni allestimento è un gesto di partecipazione, un segno concreto di appartenenza a una comunità viva e attenta alle proprie radici.
In questo percorso, il presepe diventa un filo invisibile che lega passato e presente, memoria e quotidianità. Ricorda le case di un tempo, le attese silenziose, le mani che sistemavano le statuine con cura, i racconti sussurrati davanti alla Natività. È un ritorno all’essenziale, in un mondo che corre troppo in fretta.
Grande soddisfazione è stata espressa da Teresa Saeli, che rappresenta l’Accademia dei Bibliofili e ha promosso l’iniziativa, la quale sottolinea come il presepe rappresenti non solo un simbolo religioso, ma anche un patrimonio culturale capace di raccontare la storia, le tradizioni e l’identità di una comunità. Un patrimonio che merita di essere custodito, tramandato e vissuto.



L’iniziativa contribuisce a creare un’atmosfera natalizia autentica e partecipata. Un invito, rivolto a tutti, a riscoprire il piacere di passeggiare, osservare, riflettere e condividere, lasciandosi guidare dalla bellezza di una tradizione che continua a unire generazioni diverse.
Un’esperienza che conferma come, anche attraverso gesti semplici e simbolici, sia possibile rafforzare il legame tra cultura, territorio e comunità, regalando alla città un Natale vissuto nel segno dell’arte e della memoria.
Corso Umberto I si fa così teatro di un Natale autentico, vissuto e condiviso. Un Natale che non si limita a essere guardato, ma sentito. Perché, a volte, basta una vetrina illuminata e una piccola scena di vita per ritrovare il senso più profondo delle feste e sentirsi, ancora una volta, parte di una stessa storia.








